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I cento della Diciotti sbarcano a Rocca di Papa: città divisa tra accoglienza e rifiuto



Per cento dei 177 migranti a bordo della nave Diciotti, protagonista dell'odissea durata più di dieci giorni tra Lampedusa e Catania, sembra finalmente giunta l'ultima tappa del viaggio: Rocca di Papa. Piccolo comune nei Castelli Romani, a pochi chilometri dalla Capitale, il paese ospiterà infatti per pochi giorni i richiedenti asilo, che verranno poi trasferiti, secondo quanto già confermato da sindaco e esponenti della Cei e della Caritas, in diocesi sparse per il territorio nazionale e che hanno già dato la loro disponibilità per l'accoglienza. Momenti di tensione sono però stati registrati all'arrivo dei due pullman, scortati dalla polizia nelle dieci ore di viaggio dalla Sicilia sino alla località laziale. Ad attenderli infatti c'erano due distinti schieramenti che si sono fatti sentire eccome. Da un lato gli attivisti che, con cartelli con scritto welcome accoglievano i migranti alle porte del centro di prima accoglienza chiamato "Mondo migliore". A fronteggiarli un altro gruppo, composto questo da esponenti dell'estrema destra di Casapound, Forza Nuova e Fratelli d'Italia che invece inveivano contro i neo arrivati e contro la decisione di farli sostare proprio nel comune di appartenenza. Le due fazioni, seppur mai giunte alle mani, si sono reciprocamente schernite con cori e slogan, sino al momento in cui il primo gruppo di immigrati giunto in pullman è sceso per raggiungere la struttura. Da un lato braccia tese nel saluto romano e intonazione dell'inno di Mameli, dall'altra parte cori di scherno e un "Bella Ciao" di sottofondo. Il secondo pullman ha raggiunto Rocca di Papa soltanto a notte fonda, a causa di un guasto che ne ha forzato la sosta nei pressi di Salerno. Quella del piccolo comune alle porte di Roma e dell'accoglienza è una questione ben più antica del caso Diciotti, visto che nella struttura erano già presenti quasi trecento immigrati, in uno spazio che conta comunque circa seicento posti letto. Ciò che invece ha creato tumulti con la popolazione locale sarebbe riconducibile al gran numero di questi prelevati dalle navi e collocati nel centro gestito dal comune e che, non avendo impegni o lavori che li occupino durante la giornata, finiscono inevitabilmente per contribuire al degrado urbano. Molte infatti le segnalazioni degli abitanti vicini al centro o addirittura con esso confinanti, che hanno denunciato casi di «degrado e sporcizia causati dagli abitanti del centro». Dello stesso parere anche l'ex sindaco del piccolo comune, l'ex Pd Pasquale Boccia, che ha parlato di «rancore da parte dei cittadini che si sta trasformando in odio verso questa situazione. Non si può tenere un gruppo così massiccio di migranti senza fare nulla». Per quanto riguarda i restanti 39 naufraghi della Diciotti, per loro continua la permanenza nell'hot spot di Messina, raggiunto in seguito allo sbarco autorizzato dal Viminale. Ancora qualche giorno di permanenza sul suolo italiano e verranno poi condotti in Irlanda e Albania, gli unici due Paesi partner che si sono resi disponibili alla ripartizione invocata dal governo italiano.

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