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I Comuni e il PNRR: il parere di Carlo Marino, presidente di ANCI Campania


Interpretare e analizzare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza secondo l’ottica degli Enti più prossimi al cittadino.

È un tema che probabilmente non è stato affrontato a sufficienza. Abbiamo provato a farlo con Carlo Marino, sindaco di Caserta e presidente di ANCI Campania.



Sindaco #CarloMarino, il rapporto tra Comuni e PNRR è stato scandagliato poco. Qual è la posizione degli enti comunali rispetto al Piano?

Chiaramente riteniamo il #PNRR una occasione straordinaria per il Paese intero, per le singole città e per le rispettive comunità. È chiaro, però, che le cosiddette missioni devono passare attraverso un documento programmatico di grande visione e strategia, fino a poterli calarli sulle singole realtà. C’è bisogno, insomma, del protagonismo delle città. Vogliamo essere individuati come città-player, che si interfacciano con gli enti centrali competenti.


Temi centrali stanno diventando anche la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e la transizione ecologica. Qual è la posizione di ANCI?

Dovremo essere pronti e lo saremo. Sono argomenti, così come la cultura, il turismo, che partono dall’alto ma che devono essere calati rispettando le specificità e le peculiarità delle singole zone. Vogliamo mettere in campo le nostre competenze per poter dire la nostra su questi investimenti, grazie a un elemento che riteniamo importante: la condivisione di proposte con le comunità. Inoltre, credo che dovremo cominciare a ragionare su aree più ampie di quelle urbane, ma siamo pronti. ANCI Campania ha fatto una serie di proposte al Ministero della Coesione: rapporti diretti, rendicontazione, sportelli informativi. Ma vogliamo interfacciarci con altri enti, quali la Regione Campania, che per Costituzione e per importanza nella filiera istituzionale avrà certamente il suo protagonismo.


Si è parlato spesso dell’adozione di un “modello Genova” per la trasposizione pratica del Piano. Lei sarebbe d’accordo?

Mi aspetto e auspico l’adozione di norme ordinarie, ma al contempo snelle e veloci, oltre che in grado di mettere la macchina amministrativa al riparo dal rischio corruzione. Mi aspetto, cioè, si ragioni non solo in termini di capacità di spesa ma anche di velocità di azione.


Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza parla anche di task force: qual è il suo pensiero?

Esatto, il PNRR prevede che si potranno assumere risorse da destinare a determinate competenze fino al 2023. Tuttavia, noi Comuni abbiamo bisogno di unità lavorative fisse. Ben vengano le task force, ma a queste bisogna poter affiancate organizzazioni strutturali e strutturate, fisse, che proseguano il lavoro cominciato grazie al Recovery Plan.

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