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I dubbi di Cantone sul decreto Genova: «Deroghe al Codice antimafia pericolo per infiltrazioni»



Contestato già a poche ore dalla sua nascita il decreto Genova suscita ulteriori dubbi per il presidente Anac Raffaele Cantone, ascoltato oggi un audizione presso le Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera. Un lungo passaggio in cui il capo dell'Authority anticorruzione ha espresso tutti i suoi dubbi sulla straordinarietà del decreto che elargisce al Commissario, il sindaco di Genova Marco Bucci, poteri straordinari e in deroga a ogni norma di legge. Secondo le parole di Cantone «definire regole chiare e certe sull’utilizzo delle deroghe è fondamentale per evitare contenziosi e fare presto. Come dovranno essere affidati gli appalti? L’affidatario sarà general contractor, potrà subappaltare? Questi sono solo esempi. Non si rischia in questo modo, con questa totale libertà affidata al commissario, di moltiplicare il contenzioso proprio perché il quadro normativo si caratterizzerà per estrema incertezza?».


Un'altra lacuna emersa dall'intervento del presidente Anac riguarda la concreta possibilità di infiltrazioni mafiose nei lavori di demolizione e ricostruzione del viadotto autostradale, visto che «la deroga a tutte le norme extrapenali comporta anche la deroga al Codice antimafia e alla relativa disciplina sulle interdittive». Una dimenticanza che Cantone relega alla stregua di un errore di disattenzione, vedendo concretizzarsi la possibilità che diverse associazioni criminali possano trarre vantaggio da tutta l'operazione. «La Liguria è terra ovviamente non di mafia ma in cui purtroppo le organizzazioni criminali stanno cercando di infiltrarsi. Una barriera altissima contro questo rischio va dunque necessariamente prevista e sono certo sarà introdotta».


Il sopracitato rischio di contenzioso nasce invece dall'incontrastato esercizio del potere di cui il Commissario potrà godere nell'opera su Genova, in completa deroga a tutte le norme di legge a partire dal 1865, fatta esclusione per quelle in materia penale. «Ebbene», sottolinea Cantone, «se noi affidiamo al commissario, come oggi il decreto fa, il potere di decidere volta per volta come utilizzare questi enormi poteri di deroga, e dunque dovrà giustificare ogni volta i presupposti normativi delle sue scelte, ogni suo atto normativo sarà impugnabile, con rischio altissimo di contenzioso. Dobbiamo invece introdurre nel decreto una griglia di principi chiari su queste deroghe, in modo che sia la legge a stabilirlo». Il rischio, insomma, è che nel desiderio di far presto e limitare gli ostacoli all'operato di Bucci si faccia il contrario, ingolfando la macchina e dilatando all'inverosimile i tempi.


Infine sui soggetti addetti alla ricostruzione, il presidente dell'Anac si è detto dello stesso parere emesso dall'Antitrust «e cioè che l’esclusione di soggetti diversi dall’attuale concessionario, generalizzate a tutti i concessionari di strade a pedaggio o che abbiano partecipazioni in esse o che siano da esse controllate, appare di dubbia legittimità, perché in contrasto con i principi di proporzionalità, concorrenza e con le indicazioni contenute nella più volte richiamata direttiva 2014/24/UE, che prevede cause di esclusione tassative». Quindi favorevole all'esclusione di Autostrade dal progetto, ma non di altri concorrenti concessionari nell'ambito delle infrastrutture viarie.


di Alessandro Leproux

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