Silvio Berlusconi rilancia: «Matteo Salvini molli i Cinque Stelle o non so come potremo andare a elezioni con una Lega che continua a ignorare il programma con il quale ci siamo presentati agli elettori, che tradisce gli stessi elettori con un programma in contrasto» con quello del centrodestra. Vale a dire: con una Lega che continua andare a braccetto con i grillini, "che tradisce i suoi stessi elettori", alleanze amministrative a rischio. E a rischio in generale il centrodestra. E’ la prima volta che il Cav usa parole così dure verso l’alleato con il quale governa ancora le giunte locali rispetto al quale usa il verbo “tradire”. Finora la linea era stata sempre quella di attaccare esclusivamente i grillini. Ma il leader azzurro pigia sull’acceleratore non a caso proprio in uno dei momenti di maggiore frizione tra Lega e Cinque Stelle. Con gli stessi leghisti che sempre più insofferenti come riportano le agenzie si sfogano sotto anonimato e definiscono “un suicidio politico” quell’appoggio di Luigi Di Maio alla posizione no Tav del sindaco di Torino Chiara Appendino. Per la Lega le opere pubbliche sono decisive, come il pane, per rispondere alle esigenze del proprio elettorato. E questo il Cav lo sa bene. Non a caso mette il dito nella piaga della stridente contraddizione del governo giallo-verde. E cerca di stringere la Lega a una scadenza: «Non oso fare previsioni , ma ai nostri alleati della Lega, con i quali governiamo bene molti territori, dico: dateci una mano entro la quale metterete fine a questa alleanza innaturale». Definisce i grillini “ancora più pericolosi del Pds di Achille Occhetto”. Perché “non soltanto perseguono un rozzo e feroce giustizialismo, ma hanno una totale inesperienza e incompetenza che rende chi ci governa pericoloso”. Poi, un’assicurazione che riecheggia toni e parole della discesa in campo del 1994: «È per questo che sono ancora in campo: per salvare il Paese che amo. Non possiamo lasciare ai grillini il futuro del nostro Paese». Il Cav boccia secco tutto l’impianto della manovra, dove non trova il programma del centrodestra, dice che il punto non è la procedura d’infrazione, o il fatto di fare deficit, ma perché lo si fa, perché se lo si fa per “misure assistenzialiste che non possono portare crescita” questo per lui non è il programma del centrodestra. Così come non lo è il blocco grillino delle opere pubbliche. Per questo dà ragione a quelle forze e categorie sociale e imprenditoriali, a cominciare da Confindustria, che a Torino sono scese in campo contro il no grillino alla Tav. «Le decisioni prese e poi revocate dal governo in tema di grandi opere (Tap e Tav) ci costano molto. Stiamo facendo perdere la fiducia nell’Italia da parte dei grandi investitori internazionali da cui dipende il nostro debito pubblico. Per darci ancora soldi se li vorranno ancora dare ci faranno pagare interessi ancora più elevati, che saranno a carico di tutti gli italiani», avverte Berlusconi. E aggiunge: «Questa manovra non piace all’Europa ma non fa bene neppure agli italiani». Il Cav non si schiaccia su Bolsonaro neopresidente del Brasile come fa Salvini, ricorda che è un uomo di destra e un uomo che ha messo la sicurtezza al primo posto nel suo programma per “la grave situazione” da questo punto di vista del Brasile. «Staremo a vedere cosa farà questo signore», è il salomonico giudizio di Berlusconi. Che per la prima volta avverte Salvini: «O ti stacchi da quelli o qui rischi di staccarti da me nelle giunte locali». E non solo. Il Cav per lanciare il suo affondo sceglie un'occasione speciale:la presentazione a Milano con Stefania Craxi del libro di Bettino Craxi "Uno sguardo sul mondo" (Mondadori). Riparte da Craxi europeista convinto ma non acritico pet rilanciare la sfida nel centrodestra all'alleato leghista.
di Paola Sacchi
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