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Il collo di bottiglia (la rubrica culturale di Michele Lo Foco)


Tanto ha fatto Franceschini con la Sua legge, che in breve tempo le piattaforme, favorite anche dal Covid, hanno conquistato le posizioni di potere raggiungendo e superando RAI cinema che guidava la classifica.

Per il pubblico, quella che è cambiata è solo la frequentazione delle sale, che hanno risentito ovviamente dei divieti e delle mascherine, ma per gli addetti ai lavori il settore ha subito una vera e propria trasformazione, della quale sono stati vittime in primo luogo i distributori, e subito a ruota i produttori indipendenti.

Infatti, venendo meno il lancio cinematografico e pertanto anche il termometro della bontà di un film l’unica dato rilevante è divenuta la fame di prodotto delle piattaforme, che in qualche misura devono sempre aggiungere titoli ed essere attrattive. Ma queste ultime prediligono la lunga serialità, che ha il potere di legare lo spettatore per molte puntate, e pertanto il prodotto più ricercato è diventato quello che pochi produttori sanno confezionare e questi pochi sono diventati l’oligopolio che occupa il settore e che grazie alla legge Franceschini gode del tax credit e dei contributi automatici.

Pertanto, ricapitolando, il cinema è per ora in una crisi profonda, i produttori scaltri e raccomandati lavorano molto e guadagnano molto, i produttori indipendenti di cinema si affannano per coprire i budget usando soldi statali o la RAI e spesso non ci riescono. Ma quanto ci riescono il risultato finale è un’opera modesta, quasi inutile, con la quale, se va bene, sono riusciti a sopravvivere, superando la burocrazia del MIC, di Cinecittà, del PRC e del tax credit.


Di Michele Lo Foco.





Tutti costoro si ammassano alle porte delle piattaforme o di RAI, per cercare uno sbocco che consenta loro di farsi vedere, dal momento che non esiste più quella specie di rodeo emozionante che era la gara cinematografica.

Oggi la competizione è burocratica, la contesa ha aspetti politici quando non dietrologici e vince chi è più svelto ad intrufolarsi nelle maglie del sistema, indipendentemente dalle sue proposte. La gara la vince che ha più contributi statali, chi si abbuffa di ristori e di aiuti fiscali, e soprattutto chi è amico degli amici.

Nel frattempo le piattaforme ingrassano e tolgono fatturato al nostro paese, senza peraltro pagare tasse: sono major estere che fagocitano tutto e tutti e sputano soltanto gli ossicini, e le nostre leggi, invece di calmierare la loro aggressività le premiano. Evviva.

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