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Ok della Camera al decreto sicurezza che passa con la fiducia, Salvini soddisfatto

Aggiornamento: 29 nov 2018


In appena due giorni l’aula della Camera dei Deputati ha votato prima la fiducia, posta dal governo Conte, sul decreto Sicurezza e, ieri sera, l’insieme del provvedimento, già approvato dal Senato e non modificato in nessuna parte dalla Camera. Il voto finale sul dl Sicurezza, da ieri legge dello Stato, è ritardato e slittato fino a sera a causa dell’ostruzionismo delle opposizioni di sinistra. I due voti hanno visto, però, due maggioranze diverse, in Aula. A votare per la fiducia al governo sul decreto sicurezza sono stati, infatti, i deputati di M5S e Lega, cioè il perimetro classico della maggioranza di governo, cui si sono aggiunti tre deputati del gruppo Misto-Maie (Salvatore Caiata, Antonio Tasso e Catello Vitiello).


A Montecitorio la maggioranza, che a ranghi compatti, conta su 346 voti, ne ha ottenuti 334 mentre 249 sono stati i voti contrari. Contrari alla fiducia si sono espressi Fratelli d’Italia, Pd, LeU, Forza Italia e diversi esponenti del gruppo Misto, ma poi sia Fratelli d’Italia che Forza Italia hanno annunciato il loro voto favorevole, oggi, sull’insieme del provvedimento. Non hanno partecipato al voto di fiducia tre deputati della Lega e uno dell’M5S, mentre gli assenti, perché in missione, sono stati uno del Carroccio e sette del M5S. In tutto, quindi, sono mancati 12 deputati della maggioranza. Sul voto finale al provvedimento, invece, la maggioranza si è allargata, e di parecchio, a tutte le forze del centrodestra.

Infatti, il decreto ha ottenuto 396 sì e 99 no perché, oltre a Lega e M5S, hanno votato a favore anche FdI e Forza Italia mentre i 5Stelle si sono spaccati: in 14 (di cui solo 9 erano in teoria assenti ‘giustificati’) hanno disertato il voto d’aula. “La cosa importante è approvare un decreto che porta più sicurezza alle città di Italia, dà più potere ai sindaci, stronca il business dell'immigrazione clandestina, aumenta i poteri della lotta antimafia e antiracket” ha commentato Salvini. Sul decreto, come si diceva, il governo ha messo la fiducia, ma non accennano a diminuire le tensioni tra i 5stelle: critiche al provvedimento arrivano dalla senatrice Paola Nugnes che proprio oggi chiede al Movimento: “Cosa avremmo fatto noi, solo pochi mesi fa con queste norme?”.


Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, ieri ha presidiato per tutto il giorno l’Aula di Montecitorio per evitare possibili intoppi e incidenti. Già passato in Senato, sempre con il voto di fiducia, la Camera ha approvato, ieri, il decreto Sicurezza con un altro voto di fiducia, utile e necessario per tacitare i malumori e i mal di pancia di almeno venti pentastellati. Ieri, a Montecitorio, si è votato, e fino a sera, ma solo sulla fiducia, oltre che su una lunga serie di ordini del giorno. Il voto finale sul provvedimento arriverà, appunto, solo oggi. La fiducia si è resa necessaria anche perché il decreto – approvato il 25 settembre in seno al Consiglio dei ministri – sarebbe stato a rischio decadenza (un decreto legge va votato entro 60 giorni dal suo varo) a causa dell’irrompere, nell’aula della Camera, dei lavori sulla manovra economica, lavori che inibiscono, per legge, la discussione di qualsiasi altro tema oltre la manovra. Insomma, senza il voto di fiducia, il decreto Sicurezza sarebbe arrivato in Aula a cavallo delle festività natalizie e sarebbe stato a rischio di decadenza nei termini di legge.

Il decreto Sicurezza introduce “disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, di sicurezza pubblica e misure per la funzionalità del ministero dell’Interno, l’organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, nonché in materia di giustizia sportiva e di regolare svolgimento delle competizioni sportive”. Ma vediamo meglio, nel dettaglio, alcune delle norme del decreto.


LA NUOVA PROTEZIONE UMANITARIA. Il cuore del decreto Sicurezza sta nella nuova “tipizzazione” della “tutela complementare alla protezione internazionale”, e cioè nei due nuovi “status di rifugiato e di beneficiario di protezione sussidiaria”. Il dl individua “casi speciali di permesso di soggiorno temporaneo per esigenze di carattere umanitario che si fondano sul principio di non refoulement (il divieto di espulsione o respingimento verso un Paese in cui il richiedente sarebbe esposto a rischio di persecuzione o tortura), ma anche “sulla sussistenza di motivi di salute di particolare gravità e sulla ricorrenza di eccezionali calamità nel Paese di origine”. Viene anche individuata “una nuova ipotesi di permesso di soggiorno con carattere premiale connessa al compimento di atti di particolare valore civile”.

CPR E PROCEDURE DI ESPULSIONE. Raddoppia, da 90 a 180 giorni, il periodo massimo di trattenimento dello straniero all’interno dei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr). Raddoppia anche il periodo in cui lo straniero può essere trattenuto in carcere, superato il quale può essere trattenuto nel Cpr per 30 giorni. Viene anche ampliato l’elenco dei Paesi sicuri per accelerare le procedure di esame delle domande di protezione internazionali di stranieri che da quei Paesi arrivano. Ad adottare l’elenco sarà il ministero dell’Interno. Ampliate le cause di manifesta infondatezza delle richieste. Abrogato il permesso di soggiorno per motivi umanitari previsto dal Testo unico sull’immigrazione del 1998.


ACCATTONAGGIO E PARCHEGGIATORI. Forte il giro di vite contro l’accattonaggio e i parcheggiatori abusivi. Il decreto prevede che chiunque “eserciti forme di accattonaggio con modalità vessatorie, simulando difformità o malattie o praticando l’accattonaggio attraverso mezzi fraudolenti per destare pietà”, è punito con l’arresto da tre a sei mesi e una multa che può andare da 3mila a 5mila euro. Inoltre, chi organizza l’accattonaggio altrui è punito con l’arresto da uno fino a tre anni. I parcheggiatori abusivi verranno puniti con una multa che va da 771 euro fino a 3.101 euro. Inoltre, se nell’attività di parcheggiatori abusivi vengono impiegati dei minori o se ‘l’abusivo’ è già stato condannato per la stessa violazione, ma con sentenza definitiva, ne viene applicato l’arresto. Arresto che può andare da sei mesi fino a un anno di pena e che prevede multe che vanno dai 2mila fino ai 7mila euro.


SGOMBERO DI OCCUPAZIONI ABUSIVE. Le modifiche dell’ultima ora hanno, almeno in parte, annacquato il decreto Sicurezza, dalla sua prima versione, sul versante degli sgomberi delle case abusive. Infatti, da un lato viene previsto che l’intervento delle forze dell’ordine può essere ‘differito’ in attesa che gli occupanti abusivi accettino una sistemazione alternativa proposta loro dai servizi sociali. Dall’altro, vengono “esonerati” il Viminale e i suoi organi periferici (i prefetti) “dalla responsabilità civile e amministrativa per la mancata esecuzione” degli sgomberi. Infine, per le indennità dei titolari degli immobili viene istituito un Fondo dotato di circa due milioni l’anno. Si prevedono, infine, disposizioni per consentire anche alla Polizia municipale di utilizzare in via sperimentale delle armi a impulso elettrico, meglio noti come ‘Taser’.

di Ettore Maria Colombo

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