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Il fenomeno delle Deepfakes, una minaccia per la sicurezza informatica



L’ultima frontiera delle fake news sono le deepfakes. In estrema sintesi, sono video manipolati che mostrano personaggi noti mentre fanno dichiarazioni false. Si tratta di una tecnologia molto sofisticata che rappresenta una minaccia per la sicurezza informatica. Rispetto alle banali fake news si rischia un enorme salto di qualità e pericolosità.

Il termine deepfake ha iniziato a diffondersi nell’autunno del 2017, quando un utente di Reddit utilizzò lo pseudonimo “Deepfakes” per pubblicare sul sito finti video porno di persone famose in cui al volto di un’attrice o di un attore porno veniva sostituito quello di un attore cinematografico di Hollywood, attraverso una tecnica chiamata “generative adversarial networks” o GAN. Il nome “deepfakes” ha iniziato presto a definire tutti i video realizzati in questa maniera: “deep” fa riferimento al deep learning, una delle procedure di apprendimento delle intelligenze artificiali.


Il problema è quello delle implicazioni che i deepfakes potrebbero avere sull’informazione. Inoltre questa tecnologia che all’inizio era patrimonio di un ristretto numero di esperti ora è diventata accessibile a un pubblico più ampio. Una dimostrazione concreta della pericolosità di ciò che è possibile fare usando l’intelligenza artificiale è stata data dal regista Jordan Peele, che ha collaborato con BuzzFeed per realizzare un falso video di Obama che ha fatto il giro di numerose redazioni di giornali. Oltre alla diffusione di dati falsi, c’è un altro fenomeno in espansione ed è la manipolazione dei dati. La capacità di entrare in un sistema protetto non per rubare informazione ma per modificare i dati.


Secondo uno studio realizzato da Sonatype, entro il 2020, circa il 50% delle organizzazioni sarà alle prese con i problemi creati da dati e software falsi. Sin da ora si pone quindi il problema della sicurezza. Attraverso questi meccanismi di intromissione nei database delle aziende si possono ottenere vantaggi economici. Come ad esempio la modifica del report degli utili, o la moltiplicazione dei crediti. Ma c’è anche un altro risvolto pericoloso. Il traffico di dati che vengono manipolati, se intercettati dai governi possono creare una percezione sbagliata della realtà e provocare azioni politiche che si basano, appunto, su fakes. Di qui la necessità, sollecitata dal mondo imprenditoriale, di mettere in campo una normativa più efficace per colpire questi “terroristi” informatici e soprattutto la realizzazione di una rete di collaborazione tra Stati finalizzata a scoprire gli autori delle manipolazioni di dati.

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