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Il futuro dell'agricoltura è nella canapa, una Onlus per una filiera dalla pianta alla pizza

Aggiornamento: 2 nov 2018


Intraprendere un cammino progettuale di riorganizzazione dell'economia reale a partire dalla terra e dai frutti che è in grado di donare a chi la coltiva: è l'obiettivo che si prefigge l'Ong Resilienza Italia Onlus con il suo progetto "Il borgo della canapa" che propone di riconvertire a quella coltivazione i terreni agricoli abbandonati e per questo presenta l'evento "Una filiera agricola integrata per un'economia intelligente" a Roma il 10 novembre alle 10,30 in via del Casale Solaro 119. Sì, proprio la canapa, da decenni demonizzata a causa del principio attivo, il Thc, tetraidrocannabinolo, che fa dei fiori della canapa, o cannabis, la droga nota a tutti come marijuana. Ma forse non tutti ricordano che oltre a essere una sostanza psicotropa la canapa aveva nella nostra economia centinaia di usi a basso costo; solo per fare un esempio, una volta i sedili delle auto erano fatti con la canapa. Ma l'arrivo della plastica fece apparire pericolosa tutta la pianta spodestando la sostanza vegetale a favore di tutti i derivati del petrolio. Che però, a differenza della canapa, non sono biodegradabili, ma anzi creano grandi problemi all'ecosistema.


Per il fondatore e presidente della Ong Francesco Vitabile «la nostra terra e la nostra agricoltura, da sempre generosissime, stanno ora vivendo un momento storico di crisi rilevante e conseguente progressivo abbandono delle coltivazioni a causa di leggi di mercato sterilmente globalizzanti, che impongono regole commerciali non più remunerative e divenute oramai insostenibili per chi fa della coltivazione agricola la propria occupazione. Le stesse regole che, viste nell’ottica del consumatore, impongono sui mercati del commercio al dettaglio merci sempre più scadenti, a prezzi sempre maggiori, che spesso sfuggono anche ai controlli sulla salubrità e la tracciabilità dei prodotti, giungendo sulle nostre tavole e non regalando certo “salute”». Vitabile propone di creare un'intera e nuova filiera basata sulla canapa: «Compreremo da imprenditori agricoli la canapa che coltivano, gli metteremo a disposizione agronomi, tecnici, corsi gratuiti di formazione e aggiornamento», dice Vitabile, rivolgendosi a tutte quelle realtà italiane, piccole associazioni o federazioni, che stanno cominciando a coltivare e lavorare il vegetale ma non sanno a chi vendere.


Innumerevoli e validissimi i sottoprodotti di trasformazione, nei più disparati settori merceologici, dall’edilizia al settore alimentare, dal tessile all’innovativo e trainante settore della nutraceutica, la scienza del curarsi con l’alimentazione. «L’impianto polifunzionale “Il Borgo della Canapa” risponde a tutte queste importanti esigenze, avvalendosi di una tecnologia basata sulla fisica dei fluidi, assolutamente nuova in Italia e totalmente eco-compatibile, al punto da rendersi preziosa per l’abbattimento della frazione di CO2 presente in atmosfera» dice Vitabile, che aggiunge: «Una società che collabora con noi, che si occupa di sviluppo e ricerca, sta cercando di creare l'impasto per la pizza fatto con la farina di canapa che permetta anche al diabetico di mangiare la pizza curandosi. Lavoreremo con un tipo di macchinario prodotto ma non venduto in Italia senza additivi chimici per lavorazione e trasformazione». Vitabile infine si rivolge al popolo del reddito di cittadinanza o a quelle famiglie numerose cui lo Stato pensa di fornire terreni da coltivare: «È inutile cercare soluzioni improvvisate, alle famiglie bisogna dare lavoro, renderle indipendenti e orgogliose della loro vita e del loro lavoro e noi vogliamo creare questa situazione».


di Paolo dal Dosso

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