Il governo afghano reagisce. Dopo il sequestro, ieri, di oltre cento persone, incluse donne e bambini, da parte dei talebani, in un'imboscata nel nord del Paese, come reso noto dal capo del consiglio provinciale della provincia di Kunduz, Mohammad Yusouf Ayubi, questa mattina le forze governative hanno liberato centoquarantanove degli ostaggi in un blitz svoltosi nella provincia settentrionale di Kunduz, così come annunciato dal portavoce del ministero dell’Interno, Nasrat Rahimi. Purtroppo ventuno persone sono ancora tenute sotto sequestro, ma la delicata operazione è ancora in corso, secondo fonti locali ufficiali come il governatore provinciale Esamtullah Muradi. Nell’intervento delle forze di sicurezza sono stati eliminati almeno sette terroristi.
Sono giorni difficili in un Paese in guerra da oltre quindici anni, costretto a cercare una sintonia democratica e sociale nonostante la ribellione costante dei Taliban agli “invasori” americani in terra afghana. Proprio ieri i talebani, col sequestro dei tre bus che trasportavano quelli che sarebbero diventati ostaggi poi liberati oggi, hanno tentato di infliggere un duro colpo al governo “regolare”. Sono di qualche giorno fa le ultime parole di guerra del loro leader, Maulvi Haibatullah Akhunzadah, secondo cui non ci sarà pace nel Paese fintanto che sarà sotto l'occupazione straniera.
E.R.
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