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Il governo ci mette a dieta per far cassa, arriva la tassa sulle bibite



Il governo mette a dieta gli italiani per fare cassa. Nella manovra economica spunta la tassa sulle bibite zuccherate, tra cui Coca Cola e Fanta. L’obiettivo è coprire l’esclusione del regime Irap per le partite Iva fino a 100mila euro. È quanto prevede una proposta del Movimento cinque stelle e della Lega alla manovra, approvata in commissione Finanze. L’emendamento, a prima firma di Carla Ruocco (M5S) e sottoscritto anche da alcuni deputati leghisti, prevede come copertura principale la revisione delle spese fiscali. Ora dovrà essere esaminato dalla commissione Bilancio.


La tassazione delle bevande zuccherate, o sugar tax, non è una novità. In Paesi dove la piaga delle malattie legate all’obesità è molto diffusa, si è fatto ricorso al disincentivo di una maggiore imposta e ad altre misure come l’esclusione di tali bibite nelle mense scolastiche. Ma in Italia, che si colloca in fondo alle graduatorie di istituti sanitari, per il consumo di zucchero, questa tassa è solo per fare cassa. Nel nostro Paese, secondo una stima, si ricaverebbero circa 200 milioni di euro. A questa idea ci aveva già pensato nel 2012 il governo Monti che voleva estendere il provvedimento anche agli alcolici e ad altri alimenti, come merendine, patatine e snack e alcolici. Ma dopo una sollevazione generale da parte dei produttori, l’idea fu riposta nel cassetto. Ora, per esigenze di bilancio, ecco che i 5Stelle la ritirano fuori.


La proposta prevede l’introduzione di una tassa di mezzo centesimo di euro per grammo di zucchero aggiunto, superiore ai cinque grammi ed inferiore ai dieci grammi su 100 millilitri di bevanda, e un centesimo di euro per grammo di zucchero aggiunto superiore ai dieci grammi per 100 millilitri di bevanda. Protesta Assobibe, che in Confindustria rappresenta le bevande analcoliche, sostenendo che l'emendamento «Grava sulle imprese che producono e impiegano zucchero in bevande, senza distinzioni tra alcoliche e non ed è una ricetta vecchia che non produce crescita né occupazione». L'associazione evidenzia come siano «Coinvolte molte tipologie di bevande, quali chinotti, acque toniche, cedrate, bevande con succo di frutta, aperitivi analcolici, bevande per sportivi. Questi prodotti sono già in sofferenza da anni. La ricetta del passato di tassare le imprese, che generano valore e occupazione in Italia, non è immaginabile in questa fase così difficile».

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