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Il lato magico, il rituale del benandante, di Jessica Bellina


Quando le leggende nostrane si intrecciano coi miti scozzesi.

Editore: Kimerik

Genere: Narrativa Fantasy

Pagine: 608

Anno di pubblicazione: 2020

Ginevra è un’adolescente come tutti gli altri, vive la sua vita a Gemona, in Friuli Venezia Giulia, e ha un cattivo rapporto con i suoi genitori di “vecchio stampo”. La sua vita sembra scorrere in maniera monotona, fino a quando, arriva in città Logan, il cugino di Mysia, la sua migliore amica di sempre. Il ragazzo misterioso porterà con sé una ventata di novità, e soprattutto una fitta rete di misteri che coinvolgeranno non solo Ginevra ma anche Andrea, suo cugino.

Il romanzo parte con una protagonista in miniatura, che chiede a sua madre la lettura di una vecchia storia, chiamata anche “leggenda di Rany”. Attraverso tale espediente il lettore entrerà fin da subito in contatto con una realtà parallela, dove un gruppo di giovani donne sta per essere bruciato al rogo, accusate di stregoneria.

Il romanzo di Jessica Bellina, se inizialmente sembra assumere i toni di una narrativa adolescenziale, in seguito lascia il posto ad un fantasy emozionante.

La vita di Logan, e quella della sua famiglia, sembra intrecciarsi in maniera inesorabile a quella di Ginevra, indagando da vicino il fenomeno della Wicca e di molte pratiche in tema.

La parte conclusiva del romanzo, lascia un grosso punto di domanda sulla figura di Ginny e sulle sue sorti future, in una serie di colpi e contraccolpi, dove la giovane, ormai esanime sembra svelare il suo vero volto alle folle. Tutto ciò risulta al lettore come un finale aperto, dove l’autrice di sicurò metterà a punto la sua penna, per un ulteriore sequel, e magari una saga avvincente.

Il lato magico, racconta Gemona, un comune del Friuli Venezia Giulia, in maniera inedita, attraverso un fantasy contemporaneo, che mette la realtà in mezzo ad eventi inspiegabili in maniera ineccepibile, risultando la ricetta perfetta per gli amanti del genere. A fare da collante con la realtà è senz’altro la citazione ai “benandanti”, da cui prende spunto il sottotitolo del testo. I benandanti, che alla lettera vuol dire “buoni camminatori”, furono infatti gli appartenenti ad un culto pagano-sciamanico contadino, basato sulla fertilità diffuso appunto nel Friuli nel XVI-XVII secolo. Il loro compito, era infatti quello di proteggere i villaggi e il raccolto dall’intervento malefico delle streghe. Tale culto, che affonda le radici nel Friuli, sembra essere, quindi, una base solida da cui trarre spunti narrativi per la storia di Ginny e dei suoi amici.

È un libro adatto agli adolescenti, capace di parlare a loro con un linguaggio e un modo adatto, ma è anche giusto per gli amanti del genere che intendono tornare indietro nel tempo, per rivivere eventi adolescenziali, mescolati con una buona e forte dose di genere fantasy.


Contatti autore:

https://www.kimerik.it/autore/12436/jessica-bellina/

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