Aveva quasi ottant’anni, e per questo Paese è stato un grande dei motori. Più di un pilota, più di un collaudatore, più di un giornalista, ma l’incarnazione professionale della passione e della dedizione. È morto a Milano Roberto Bonetto, fino al 2004 direttore di una rivista di riferimento per gli appassionati di auto, Quattroruote, e grande padre insieme al suo team di “super esperti”, della Editoriale Domus, che sotto la sua supervisione ebbe grande successo negli anni ’60. Una lunghissima carriera, quella di Bonetto, iniziata nel 1962, in qualità di «collaudatore volontario con una dedizione totale e assoluta al giornale», come si legge sul sito di Quattroruote. Un mix esplosivo di alta professionalità e passione, quando il giornalismo significava calcare l’asfalto, in tutti i sensi, prima dell’avvento di internet e della ipertrofica bulimia d’informazione. Per il magazine dedicato alle auto, Bonetto era un vero e proprio punto di riferimento umano e deontologico, oltreché sinonimo di precisione e competenza nell'analizzare le automobili d'ogni categoria e cilindrata.
Un ricordo nitido, un simbolo, un esempio. Bonetto, lo sanno bene i tanti giornalisti che si sono formati con lui, come ricorda Ansa, «dormiva pochissimo e scriveva nelle ore notturne, arrivava in redazione all'alba e alle 8 di sera era ancora lì, accollandosi gran parte del lavoro e accentrandolo anche, elemento tipico di chi ha un carattere di ferro, severo prima di tutto con se stesso». Figlio del grande pilota della Lancia F1 Felice Bonetto, tragicamente scomparso nella Carrera Panamericana del 1953, Roberto era legato al mondo dei motori anche attraverso il cugino Rodolfo Bonetto, grande designer industriale (lavorò anche alla Pininfarina dal 1951 al 1957) e vincitore di 8 compassi d'oro. Diventato giornalista professionista nel 1965, Roberto Bonetto è stato anche autore di numerosi libri dedicati ai motori e alle competizioni, tra cui 'Le Moto, Specialità, Pilot e Marche', 'Rallyes', 'Alfa Romeo 195-2003' e, ancora, 'Ferrari Una Leggenda Italiana' tradotto in numerosissime lingue. Dopo aver lasciato Quattruoruote nel 2004 aveva collaborato come insegnante alla Scuola Politecnica di Design.
E.R.
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