Come sarebbe “Il mondo senza Internet”? Accompagnato dal sottotitolo “Connessioni e ossessioni, dallo scandalo facebook alla quiete digitale” è il titolo-provocazione del libro di Antonio Pascotto (giornalista politico e caporedattore Mediaset), edito da Male Edizioni di Monica Macchioni. Quasi 400 persone l’altra sera all’hotel Plaza alla presentazione del volume. Il tema è sentito. Soprattutto da chi, da imprenditore dell’informatica, come Massimo Artini, ex parlamentare del Movimento Cinque Stelle, ex vicepresidente della commissione Difesa della Camera, ora politico indipendente non più nei 5s, ne vorrebbe fare “un libro di testo da adottare nelle scuole”.
On. Artini, nel mondo senza Internet lei e non solo lei, ovviamente, non avrebbe più lavoro. E tutti all’improvviso si sentirebbero come smarriti, isolati, un po’ la sensazione provata sere fa quando Twitter all’improvviso si è bloccato. Cosa l’ha colpita del libro di Pascotto?
Pascotto parte da uno spunto romanzato, ma molto efficace, di come sarebbe il mondo senza Internet. Uno spunto che fa apparire ancora meglio tutte le implicazioni nella vita sociale, pubblica e privata dell’uso della rete. Il libro ha il pregio di trattare queste implicazioni in maniera puntuale, quasi didattica.
Lei ha detto che lo farebbe adottare come libro di testo nelle scuole. Perché?
Sì, proprio come libro di testo. Sono esperto della materia, ero vicepresidente della commissione Difesa di Montecitorio e ho promosso un disegno di legge che contribuisse all’organizzazione da parte dello Stato dell’approccio alla cibernetica, soprattutto dal punto di vista culturale. Il libro traccia un percorso che permette di comprendere quali sono i vantaggi e i rischi dell’uso del web. Il testo approfondisce le tematiche connesse con l’uso di Internet, relativamente alla gestione del tempo e alla incapacità di approfondimento dovuta alla velocità e alla mole di informazioni trattata da Intenet. Affronta il problema della gestione dei social.
Sta dicendo che il libro mette di fronte ai rischi di un uso eccessivo o distorto dei social e della rete? Rischi di un rapporto con la realtà non appropriato?
Lo delinea precisamente, proprio indicando le “malattie”, prodotte da un uso distorto di social e strumenti di rete, che hanno portato in questi anni a cambiare molti aspetti della convivenza civile.
di Paola Sacchi
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