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Il nuovo piano che regala la Rai alla Lega: Foa strappa lo scettro a Salini ed è solo al comando



Dunque la Rai si avvia a cambiare volto. Anzi, a mutare la sua anima a dire il vero. Secondo le linee tracciate dalla coppia Foa-Salini ( presidente e amministratore delegato) con il loro piano editoriale, approvato a maggioranza dal consiglio di amministrazione, l’emittente pubblica avrà una pletora di controllori a guardia di un esercito di controllati. Con un unico grande risultato: il pluralismo sarà solo una mera finzione. Viale Mazzini, come mai è avvenuto in passato, farà da cassa di risonanza alla maggioranza di governo, superando addirittura il concetto della narrazione positiva evocata, e richiesta, a suo tempo da Renzi. Oggi il fantasma del pensiero unico sembra essersi messo all’opera, al punto da far rimpiangere la lottizzazione. Con le quote almeno un margine per la meritocrazia c’era. Ora è stato azzerato pure quello. Contro il piano editoriale solo due no, quello della consigliera d'amministrazione Rita Borioni (in quota progressista), ma anche quello del consigliere eletto dai dipendenti, Riccardo Laganà. Il Piano manda in pensione i direttori dei canali televisivi (come RaiUno, RaiDue, RaiTre). Questi direttori - che avranno sopra di loro un Direttore della distribuzione - diventeranno dei semplici coordinatori di palinsesto. Non avranno le risorse per comprare e produrre le trasmissioni. Nel nuovo assetto, i programmi li dovranno pescare dentro 9 nuove Direzioni di Contenuto. Queste avranno il budget economico e il potere decisionale - saranno dedicate all'intrattenimento (di prime time, day time e culturale), alle serie tv, alle fiction, ai documentari, ai ragazzi, ai format sperimentali, ai contenuti giornalistici di approfondimento. In un’intervista a Repubblica, la consigliera Rita Borioni ha denunciato che le 9 nuove Direzioni di Contenuto porteranno a una moltiplicazione degli incarichi. E non solo. Intere filiere di prodotto (dalle serie tv ai contenuti giornalistici di approfondimento) saranno sotto il controllo di una sola persona, con potenziale danno per il pluralismo. Il consigliere Riccardo Laganà - pure lui contrario al Piano - sottolinea un “innesto innaturale”. Il nuovo canale in inglese, peraltro richiesto dal Contratto di Servizio che la Rai firma con lo Stato in cambio del canone tv, verrà affidato a RaiCom. Il canale in inglese finisce dunque sotto l’orbita della società interna (RaiCom) a più alta vocazione commerciale. Proprio quella RaiCom che ha Marcello Foa (presidente anche della Rai) come presidente e Monica Maggioni come amministratore delegato. La consigliera Beatrice Coletti (in quota 5Stelle e favorevole alla riforma Salini) ha spiegato che il Piano editoriale innova il modello industriale della Rai nell'era nuova delle pay-tv e delle televisioni via web, come Netflix. La riforma sarà costosa in termini di flusso di cassa (anche perché prevede investimenti forti nel digitale), Ma l’ad Salini spera in risparmi a bilancio per 40 milioni entro il 2020. Resta da capire come farà a centrare l’obiettivo. La riunione del consiglio di amministrazione è stata percorsa dalle tensioni per l'incontro tra il vicepremier Salvini e l'amministratore delegato della tv pubblica, Salini. L’invasione di campo del leader leghista nelle vicende della televisione di Stato viene criticata dal sindacato dei giornalisti italiani (la Fnsi), dal sindacato dei giornalisti della Rai (l'Usigrai), da Forza Italia come dal Pd, oltre che dall'ex direttore generale Celli. Proprio la Lega - che ha nel presidente della Rai Foa il suo uomo forte - ha “suggerito” di rinviare al futuro la realizzazione di un’unica newsroom dove raccogliere tutti i giornalisti di Saxa Rubra e delle sedi regionali. La newsroom unica - di cui l'azienda discute fin dal 2015 in una chiave anti-sprechi - neanche stavolta prenderà forma. L’informazione Rai, per la politica, più che un dogma, resta un Tabù: vietato toccarla. Così com’è, in fondo, va bene a tutti. Per il momento, infine, finiscono sotto l'ombrello di una Testata multimediale le redazioni di Rainews24, della testate regionale TgR, di Televideo ed anche del portale Internet Rainews.it. Insomma se volevate il grande Fratello lo avete trovato. Sta a viale Mazzini, dove nemmeno i dirigenti delle televisioni dell’ex Unione Sovietica erano arrivati a tanto.


di Alberto Milani

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