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Il voto in Baviera segna la disfatta della Csu e mette nei guai la Merkel, exploit dei Verdi al 18%



Le proiezioni alla chiusura delle urne per il voto in Baviera hanno segnato un momento storico per la politica tedesca nel Land più ricco e produttivo dell'intera nazione: per la seconda volta dal dopoguerra, infatti, i cristianosociali della Csu hanno perso la maggioranza assoluta e dovranno rinunciare al governo a tinte uniche della macroregione. Circa dieci punti in meno rispetto alla tornata di quattro anni fa, una disfatta che ha radici ben salde nel malcontento di una grossa fetta di elettorato, preoccupato o contrario alle derive nazionaliste di alcuni esponenti del partito di maggioranza (su tutti l'attuale ministro degli Interni Horst Seehofer, ex governatore) in merito al tema migratorio e ai respingimenti dei profughi. Un inasprimento senza precedenti che è costato una «sconfitta», come annunciato dal governatore di Baviera Markus Soeder, che ora punterà a una coalizione di governo per non perdere la poltrona. Si profila sempre più la possibilità di un accordo coi conservatori del Freieheitlichen Waehler, che dovrebbero stanziarsi attorno all'11% dei consensi. La possibilità che sia comunque la testa di Soeder a dover fungere da capro espiatorio per la disfatta della Csu resta alta, come quella di veder sacrificato il ministro Seehofer per tenere in sella il governo Merkel.


E se per i cristianosociali è arrivata una batosta storica, si registra l'exploit inatteso dei Verdi, che raggiungono un incredibile 18% e puntano seriamente a dire la loro in una possibile coalizione per la Baviera. Con il 10,2% entra di diritto nel parlamento regionale anche il partito della destra conservatrice dell'Afd, sorretto dalla politica ai limiti dello xenofobo di Soeder. Un disastro anche il risultato della Spd che vede dimezzarsi i proprio consensi rispetto a quattro anni fa, passando dal 20% al 10% circa.


Sebbene l'ipotesi di gravi ripercussioni sul governo nazionale di Angela Merkel sono per ora scongiurate, considerata appunto l'ipotesi di sacrificare "l'anello debole" Seehofer per salvaguardare la coalzione tra Csu e Cdu, di cui la cancelliera è numero uno, il voto che andrà in scena tra due settimane nel Land di Wiesbaden e Francoforte, ad oggi governato dal fedelissimo della Merkel Volker Bouffier della Cdu, potrebbe rivelarsi il vero spartiacque e gettare in pasto ai leoni la stessa cancelliera nel congresso del partito di dicembre.

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