«Abbiamo dimostrato che sappiamo difendere i confini e dimostreremo che eventualmente possiamo anche bloccare bilanci e attività europee fino a che l'Europa e qualche Paese continueranno a prendere in giro gli italiani». Matteo Salvini ha scelto la cornice internazionale dell'Esposizione del Ciclo e del Motociclo alla Fiera di Milano per tornare sulla questione immigrazione. Ricordiamo la sua accusa al governo maltese di aver fornito a un'imbarcazione con 13 migranti acqua, giubbotti di salvataggio, bussola e benzina per arrivare a Lampedusa. Alla risposta del governo di La Valletta(«I migranti in mare non sono sempre in difficoltà, se rifiutano il soccorso non è possibile proibire loro di continuare il viaggio»), Salvini ha minacciato di bloccare i contributi a Bruxelles se Roma non verrà aiutata nella gestione degli arrivi.
Immediata la replica del presidente della Commissione Europea: «Abbiamo fatto in modo da inserire nella griglia di lettura della flessibilità il costo dell'accoglienza dei migranti in Italia». Jean-Claude Juncker ha aggiunto che «non è vero che l'Europa non sarebbe stata là dove la si attendeva. Dobbiamo metterci d'accordo il prima possibile sulla riforma del diritto di asilo e degli accordi di Dublino. Ma dobbiamo farlo tutti insieme». E sulla manovra italiana il capo del governo europeo, che attende la risposta alla lettera inviata da Bruxelles sulla manovra economica italiana, ha ribadito: «Le regole esistono per essere rispettate, soprattutto dall'Italia che negli ultimi anni ha beneficiato di tutti gli elementi di flessibilità».
Ormai è un botta e risposta serrato quello tra Juncker e Salvini, che ha replicato proprio sulla lettera europea che vuole modifiche alla legge di bilancio italiana: «Io la letterina l'accetto da Babbo Natale, non da Juncker. È più vero Babbo Natale di Juncker, mangia castagne e vin brulè ma pochino. Sicuramente scriveremo che accettiamo tutti i consigli e i suggerimenti costruttivi. I pregiudizi no, le minacce no, i commissariamenti no. Non tocchiamo di una virgola quelli che sono i fondamentali della manovra. Vorrei stare tranquillo, vorrei che ci lasciassero lavorare. Se tutte le manovre economiche dei geni che ci hanno preceduto, a cui Juncker batteva le mani, hanno massacrato l'economia italiana non abbiamo il diritto ma il dovere di fare il contrario, per il bene dei nostri figli. Non andiamo lì' cocciuti, o è così o è pomì, però è questo».
Salvini ha risposto anche agli attacchi della cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha lanciato l'allarme contro «"l'ottuso nazionalismo», sottolineando il rischio proveniente dal mettere di nuovo in discussione il progetto di pace europea. «La mia preoccupazione è che le visioni di cieco nazionalismo possano di nuovo guadagnare terreno», ha affermato, partecipando al Forum sulla Pace organizzato a Parigi dal presidente francese, Emmanuel Macron, in occasione delle celebrazioni per il centenario della fine della Grande Guerra. Il rischio di una guerra arriva da «chi ha preso in ostaggio un sogno, il sogno europeo e l'ha sclerotizzato in una burocrazia rappresentata dalla Commissione europea», ha risposto Salvini dalla scuola di formazione politica della Lega a Milano. Poi ha aggiunto: «Qual è secondo lei il grande pericolo che corre il continente europeo? In questi anni uno dice l'immigrazione fuori controllo, la disoccupazione, la povertà, il terrorismo islamico. Invece no, sono il populismo e il nazionalismo. Così ti cadono le palle. Non siamo contro l'Europa, ma contro una sovrastruttura antidemocratica come quella della Commissione europea».
E alle parole di Salvini si aggiungono quelle dell'altro vicepremier, a dimostrare la compattezza del governo contro l'Europa: «Qual è il limite del dialogo con la Ue? Se ci chiedete di massacrare gli italiani per noi è no, si va avanti con la manovra; se ci dite tagliate più sprechi, trovate più risorse, ci può essere un dialogo. Il popolo italiano ha già dato troppo alle regole europee, è il momento di stargli vicino».
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