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In 18mila frammenti di Dna la differenza tra uomo e scimpanzé



È in 18mila frammenti di Dna la differenza tra l'uomo e lo scimpanzé: la scoperta, alla quale l'Italia ha contribuito con l'università di Bari, è stata coordinata dall'Università di Washington ed è stata pubblicata sulla rivista Science.


La ricerca, alla quale ha partecipato il dipartimento di Biologia dell'Università di Bari coordinato da Mario Ventura, ha individuato le sequenze genomiche che possono dare indicazioni di ciò che ha distinto l'uomo dagli altri primati. Si tratta di "molte nuove ed entusiasmanti differenze tra il Dna dell'uomo e quello dei primati", sottolinea l'ateneo pugliese, molte di più di quelle finora conosciute. "Un importante passo avanti nello studio della straordinaria tipicità e complessità dell'essere umano", hanno rilevato i ricercatori italiani. Sono stati rinvenuti, infatti, circa 18mila frammenti di Dna che rendono l'uomo diverso dallo scimpanzé: molti di essi contengono geni e altri informazione genetica che ha una funzione regolatoria. Molti dei geni scoperti sono espressi durante lo sviluppo del cervello umano per dare origine a particolari popolazioni di cellule.

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