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In esclusiva l'articolo di Diliberto sul Quotidiano del Popolo cinese, memorandum non è che l'inizio



Un evento storico. Il 23 marzo a Roma il Presidente della Cina, Xi Jinping e il capo del governo italiano, Giuseppe Conte (con il sostegno al massimo livello istituzionale del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella) hanno sottoscritto il memorandum tra Cina e Italia, concernente l’adesione di quest’ultima al progetto strategico della Nuova Via della Seta. Consta di 29 accordi: 10 accordi commerciali tra i rappresentanti di aziende dei due Paesiper un valore complessivo di 2,5 miliardi, con un potenziale volume di affari di 20 miliardi, e 19 accordi istituzionali sottoscritti dai rappresentanti dei ministeri corrispondenti. L’Italia è il primo (sinora l’unico) Paese del G7 (i 7 Paesi più industrializzati del mondo) ad aver aderito all’accordo globale proposto dalla Repubblica Popolare Cinese: riguarda i porti (ad esempio, i porti di Genova e di Trieste diventeranno importanti terminali in Europa della Via della Seta), linee ferroviarie, strade e corridoi marittimi, telecomunicazioni, reciprocità nell’accesso agli appalti di opere pubbliche, vantaggi fiscali. Ma si tratta anche di un accordo complessivo di natura culturale: due gemellaggi (città di Verona e Hangzhou; Associazione per il patrimonio dei paesaggi viti-vinicoli del Monferrato, nella regione italiana del Piemonte e l’analoga Associazione cinese per la produzione del riso dello Yunnan). La Rai (televisione italiana di Stato) ha firmato un memorandum con la China Media Group; l’Agenzia Spaziale Italiana con la China National Space Administration. Ancora. È stato firmato un accordo per la valorizzazione dei siti Unesco, considerando che Cina e Italia vantano il primato nel mondo di questi siti considerati “patrimonio dell’umanità”. Così, sono stati approvate anche collaborazioni in ambito scientifico, medico-farmacologico, tecnologico e dell’innovazione, e accordi concernenti la prevenzione dei furti e del traffico illecito di beni culturali: è prevista la restituzione di 796 reperti archeologici cinesi che si trovano illegalmente in Italia.


Insomma, un evento che possiamo davvero definire senza alcun dubbio storico. Non è accaduto senza contrasti. L’Unione Europea, e soprattutto gli Stati Uniti d’America, hanno cercato di indurre l’Italia a non firmare. Con motivazioni evidentemente solo politiche, in chiave dichiaratamente anti-cinese, e dunque profondamente sbagliate: perché per l’Italia questo accordo con la Cina è estremamente vantaggioso ed importante. L’attuale governo italiano – anche se con diverse opinioni al suo interno – ha ritenuto invece di sottoscrivere gli accordi. È stata una scelta saggia, coraggiosa ed utile per l’Italia, ed al contempo vantaggiosa anche per la Cina. Una scelta importante economicamente, ma anche e soprattutto politicamente: l’Italia ha assunto infatti una posizione internazionale politicamente autonoma rispetto agli Usa. Capita molto raramente: dunque, questa posizione va salutata con grande soddisfazione.


Commercio, cultura e politica. Un grande filosofo europeo, Immanuel Kant, nel suo trattato sulla “pace perpetua”, affermava – giustamente – che lo sviluppo della cooperazione commerciale tra gli Stati avrebbe anche assicurato pace e stabilità nel mondo.

Il giorno precedente la sua visita in Italia, il Presidente Xi ha scritto per il più autorevole e diffuso quotidiano italiano, Il Corriere della Sera, un lungo, importante articolo, che ha esercitato una grande influenza sull’opinione pubblica italiana. Il Presidente Xi ricordava, tra l’altro, che uno dei motivi che rendono Cina e Italia simili tra loro è che entrambi i Paesi sono contemporaneamente rivolti verso il futuro, ma anche ricchi di un glorioso passato. Stili di vita che integrano “antico e moderno, classicità e innovazione”. Il Presidente Xi ha ricordato come l’antica via della seta già collegasse la Cina e l’impero di Roma antica. I due imperi più grandi della storia del mondo, dunque, già si parlavano, commerciavano e si stimavano sin dall’antichità. il Presidente cinese ha parlato di “partenariato strategico globale bilaterale”.

Questo accordo di “partenariato strategico globale bilaterale” (parole del Presidente Xi) sta già esercitando una profonda influenza in Italia: e il riferimento, molto preciso e continuo, del Presidente Xi proprio al passato della Roma antica rende orgogliosi coloro che oggi, tra Italia e Cina, collaborano nel campo del diritto: il Centro Studi Giuridici Italo-Cinese, con sede a Roma (Università la Sapienza) e a Wuhan (Zhongnan University of Economics and Law), sta promuovendo, ormai da anni, la reciproca conoscenza delle due antichissime ed importantissime culture, a partire appunto dal diritto. Decine sono ormai i giovani (e bravissimi!) studiosi cinesi che conseguono il dottorato di ricerca in diritto romano, che è la base di quasi tutto il diritto civile nel mondo intero (tranne i Paesi anglosassoni), e nella cui grande famiglia è ora entrato anche il diritto civile cinese:il nuovo codice civile cinese, la cui stesura si sta per completare, ha infatti una impostazione certamente originale, frutto del lavoro prezioso dei dirigenti e dei giuristi cinesi, ma ha una base solidamente collegata proprio al diritto romano. Inoltre, presso la Sapienza di Roma esiste oggi la più grande biblioteca giuridica cinese del mondo, fuori dalla Cina. Molti scambi avvengono tra docenti di entrambi i Paesi ed io stesso ho il privilegio e l’orgoglio di essere professore “Wenlan” presso la Zhongnan (Zuel) di Wuhan, già citata.

Con la recente firma del Memorandum un primo – storico – passo è stato fatto. Non è che l’inizio.


di Oliviero Diliberto

Università di Roma “Sapienza” – ZhongnanUniversity of Economics and Law, Wuhan

Direttore (parte italiana) del Centro Studi Giuridici Italo-Cinese

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