Intervista di Annalisa Chirico:
Attualmente sul Recovery Fund mi sembra siamo quasi in anticipo sulla road map europea: abbiamo raccolto le proposte facendo attenzione ai settori che hanno iniziato la ripresa, ma senza dimenticare coloro che vivono ancora nella crisi soprattutto se sono settori che esulano dal campo di azione dei fondi.
Nel 2019 il 50% del turismo italiano aveva una provenienza internazionale e quindi con il perdurare della diffusione della pandemia abbiamo ripercussioni importanti non solo nel numero di persone, ma c’è anche il dato di coloro che non viaggiano, come non partecipano ad eventi culturali. Il prolungamento delle misure per le emergenze ha un impatto innegabile sul Turismo che vale il 13% del nostro PIL che considerata anche la cultura sale al 20%. Ma non è solo Turismo e Cultura, quanti dei nostri prodotti manifatturieri si vendono per bellezza dell’Italia?
Prossimi passi: è necessario un intervento di riqualificazione delle strutture ricettive, perché alla ripresa stimo un ritorno impetuoso dei flussi turistici che vanno distribuiti secondo diverse direttrici sia geografiche, che di fruizione, vedi tutto il movimento “slow”, la linea delle ferrovie storiche, i cammini, lo sfruttamento dell’edilizia rurale e degli agriturismo. Poi serve un Piano Antisismico delle chiese italiane. Serve un serio piano di realizzazione infrastrutturale: in primis interconnetendo AV e aereporti, e distribuendo AV su tutto il territorio nazionale, non dimenticando il Sud sotto Salerno, e la connessione Adriatico-Tirreno. In questo senso il Ponte sullo Stretto è una una scelta strategica per coprire 3 km di mare che divide la Sicilia dalla terraferma, ma senza infrastrutture nelle regioni è solo uno spot.
Interventi SPOT per superare la pandemia non previsti dal Recovery:
Sulle strutture alberghiere: ristoro per tutte le strutture, eliminazioni di imposte per le strutture ricettive, concessi finanziamenti a fondo perduto per le attività commerciali nelle città d’arte, dilazioni di pagamento.
Fondo unico per lo spettacolo è stato erogato anche senza spettacoli e come delle misure di sostegno per i lavori intermettenti dello spettacolo e per chi non percepisce redditi elevati. Abbiamo previsto fondi fino a questo autunno, ora dobbiamo intervenire di nuovo visto il perdurare della Pandemia
Prima del Covid esisteva una politica di decongestionamento delle città d’arte, e la valorizzazione di alcuni percorsi come i cammini, le vie conselari, la Francigena, l’Appia, ma non esisteva una comunicazione di quest’offerta turistica, come si sta lavorando sui 1000 km di linea ferroviaria storica con le case cantoniere
Musei erano privi di entità giuridica, ora gli incassi restano ai musei e non al Ministero dell’Economia e il 20% va in solidarietà ai musei minori che non hanno gli stessi ingressi dei big italiani. Ma dobbiamo continuare ad innovare con i servizi aggiuntivi, bookshop, libri e continuare ad attrarre come direttori figure appartenenti all’eccellenza artistica internazionale come continuare a sfruttare la digitalizzazione dei siti museali e delle singole opere
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