Il grafico dell’Istat in merito allo stato di povertà di 1,7 milioni di famiglie italiane dipinge una situazione di difficile lettura e di complicatissima risoluzione per quanto riguarda le forze politiche al governo, che dovranno cercare di invertire il trend inaugurato e perpetuato dal governo delle sinistre, in connubio con la “guida tecnica” dell’esecutivo Monti, dell’ultimo lustro. Il ministro dell’Interno Salvini rivendica: “Gli obiettivi che ci siamo dati sono giusti”.
Snocciolare le statistiche fa venire i brividi, letteralmente. Nel 2017 gli italiani in povertà assoluta erano oltre 5 milioni, il dato più alto dal 2005. Il calcolo Istat enuncia che sono quasi 1,8 milioni le famiglie, di italiani e stranieri, che non possono permettersi un paniere di beni e servizi essenziali per uno standard di vita accettabile. Se il focus va verso Sud oppure sulle le famiglie con tre o più figli a carico, le statistiche sono ancora più impietose: il 20.9% delle famiglie composte da cinque o più elementi versano in stato di povertà, con il dato degli 1,3 milioni di minori in stato di povertà assoluta che fornisce tutta l’inquietudine generata dal quadro.
L’aumento della povertà assoluta, come detto, colpisce soprattutto il Mezzogiorno, dove una persona su dieci vive in questa condizione. Il peggioramento riguarda soprattutto le aree metropolitane, con un’impennata dal 5,8% al 10,1%.
All’interno del paniere, naturalmente, sono cruciali la situazione lavorativa e la posizione professionale. Fa specie osservare come il dato della povertà assoluta sia molto più alto nelle famiglie con un solo occupato nella posizione di operaio, che si attesta all’11,8%, rispetto a quelle dove la persona di riferimento è in pensione col 4,2%. Il dato in controtendenza riguarda titolo di studio, con le famiglie con almeno un diplomato che hanno valori d’incidenza molto più bassi rispetto al 2016. Se la povertà assoluta è una piaga primaria da risolvere, come mostrato anche nelle dichiarazioni di Salvini e Di Maio, sia riferite alla campagna elettorale che a queste prime settimane operative al governo, anche il dato sulla povertà relativa, che colpisce un italiano su sei, è meritevole d’attenzione. Nelle famiglie con quattro o più componenti il tasso di povertà relativa è al 19,8%, mentre nelle famiglie con cinque o più componenti si sale fino al 30,2%. Colpiti, manco a dirlo, i nuclei più giovani, con l’incidenza del 16,3% nel caso degli under 35 che scende fino al 10% per gli ultra 64enni. Alessandro Sticozzi
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