Italia e Slovenia riunite nel segno di Gorizia e Nova Goriça. Memoria e futuro nel segno della cultura e della memoria ebraica.
Il progetto per il restauro e la valorizzazione del cimitero ebraico di Valdirose- Nova Gorica/Gorizia
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PROGRAMMA
Saluti istituzionali
Dario Disegni- Presidente Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia
Damjana Pavlica – Vicesindaca Comune Nova Gorica
Rodolfo Ziberna – Sindaco Comune di Gorizia (videomessaggio)
Livio Vasieri – Vicepresidente Comunità ebraica di Trieste
Andrea Zannini – Direttore DIUM Università degli Studi di Udine
Beneficentia Stiftung
Inquadramento storico
Maddalena Del Bianco – Professore Ordinario di Storia delle religioni Università degli Studi di Udine
Gerusalemme sull’Isonzo: storia degli ebrei nel goriziano
Renato Podbersič – Storico, Study Centre for National Reconciliation (Ljubljana), University of Nova Gorica
La storia del cimitero ebraico di Valdirose
Il progetto
Andrea Morpurgo – Project Manager e Consigliere Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia
Il recupero e la valorizzazione del cimitero ebraico di Valdirose
Renzo Funaro – Vicepresidente Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia
Il progetto: metodologie di intervento del restauro
Le Capitali Europee della Cultura
Paolo Verri – Manager culturale, già direttore generale Fondazione Matera Basilicata 2019
Patrimonio e innovazione: una sfida capitale? Il caso di Matera 2019
Lorenzo De Sabbata – Ricercatore ISIG e Coordinatore candidatura GO! 2025
Nova Gorica e Gorizia: la strada verso l’Europa
Modera
Giorgio Segré Componente di Giunta Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia
La Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia costituita dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) nel 1986 promuove il recupero, la conservazione, il restauro e la valorizzazione del patrimonio storico artistico ebraico italiano e ha lo scopo di diffonderne la conoscenza in Italia e all’estero. Essa si propone come punto di riferimento e di supporto per le Comunità ebraiche italiane, ed in particolare per le più piccole, per sostenerle nella loro attività.
La Fondazione tende anche ad intervenire nelle realtà territoriali dove non esiste più una comunità ebraica per tutelare, conservare e valorizzare, ove possibile, il lascito culturale, costituito, in particolare, dai luoghi di culto, dai ghetti, dagli edifici e dai cimiteri e da ogni altro bene artistico o bibliografico, affinché questa memoria costituisca un valore aggiunto.
Questa memoria della presenza ebraica si viene a configurare come fondamentale tassello di una identità che si integra in un mosaico di altre memorie, che rappresentano la ricchezza storico/identitaria di un territorio.
Nel promuovere la tutela e la valorizzazione dei beni culturali la Fondazione intende inoltre puntare sulla capacità degli stessi di generare valore economico attraverso il turismo e valore intellettuale attraverso la diffusione della loro conoscenza.
In tale contesto il progetto per il restauro e la valorizzazione del cimitero della comunità ebraica di Gorizia, che per pochi metri si trova il territorio Sloveno a Valdirose (Nova Gorica), riveste una particolare importanza e specificità e, pertanto, si è deciso di dedicare il secondo appuntamento del ciclo di seminari on line per l’anno 2021 a questo progetto, sviluppando un articolato confronto con molti dei referenti che stanno lavorando al suo successo.
La specificità di tale progetto è primariamente costituita dal fatto di intervenire su un cimitero che per la sua posizione transfrontaliera e per le memorie che custodisce rappresenta quasi un unicum. La memoria che conserva è rappresentata dall’unità complessa della Comunità ebraica goriziana nella quale, nel nome della comune identità religiosa, storica e culturale, erano confluite e si erano amalgamate le molteplici sfaccettature di una ”comunità senza confini”. Infatti dopo la settecentesca patente di tolleranza di Giuseppe II, che aveva permesso una certa libertà all’interno dell’Impero asburgico ai residenti di religione ebraica e dopo l’occupazione francese che aveva abbattuto i cancelli del ghetto, nell’ottocento confluirono a Gorizia molti ebrei da svariate parti del vasto Impero austro ungarico, dalla penisola e anche dalle zone dalmate per il tramite del porto franco di Trieste.
Questa identità variegata rimane oggi simbolicamente impressa anche nelle lapidi, purtroppo in stato di degrado, del cimitero di Valdirose.
Terra di confine, terra di aspre battaglie nella Prima Guerra Mondiale Gorizia/ Nova Gorica con la nomina unitaria delle due città a Capitale europea della cultura 2025, potrà trovare nel nostro progetto un elemento di ulteriore valorizzazione del territorio e di rilancio dei luoghi della memoria della Comunità ebraica di Gorizia .
Al seminario porteranno i saluti istituzionali il Presidente della FBCEI Dario Disegni, il Sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna – con un video messaggio, la Vicesindaco di Nova Gorica Damjana Paulica, l’Assessore ai beni culturali della Comunità ebraica di Trieste Livio Vasieri, in quanto Gorizia è diventata Sezione della Comunità ebraica di Trieste. il Direttore del Dipartimento di Storia dell’Università di Udine, Professore ordinario di Storia Moderna Andrea Zannini e un rappresentante della Fondazione Beneficentia Stiftung, quindi si ci saranno gli interventi dei relatori.
Inquadramento storico
Il Seminario del 26 maggio 2021 seguirà il processo logico del progetto partendo dagli interventi di due storici: la Docente di Storia delle religioni e Storia dell’ebraismo dell’Università di Udine Prof.ssa Maddalena Del Bianco il cui intervento verterà sulla storia degli ebrei nel gorizian e il Prof. Renato Podbersic’ dell’Università di Nova Gorica che ci illustrerà la storia del cimitero ebraico di Valdirose.
Le origini di Gorizia e il primo insediamento ebraico nella città non sono state ancora chiarite completamente. Le prime notizie certe di Gorizia, il cui nome avrebbe il significato di “piccolo colle adatto alla costruzione di una rocca alta e di facile difesa” risalgono al 1001 E.V., quando Ottone III assegnò parte del Castello di Salcano e della villa denominata “Goritia” a Giovanni patriarca di Aquileia, e parte a Werihen, conte del Friuli. Per quel che concerne la presenza di un insediamento ebraico nel territorio, pur limitato, si risale alla fine del XIII secolo. Ma i primi documenti che attestano questa presenza stanziale sono del XIV secolo . Nel corso del XVI secolo incominciarono a verificarsi le prime gravi persecuzioni nei confronti degli ebrei isontini. L’Imperatore Ferdinando I, nel 1534 “ sopra i ricorsi delle sue provincie intorno alle usure, ch’essi commettevano, con sovrana risoluzione dichiarò che generalmente fossero esclusi da tutti i suoi stati nel termine di sei mesi”. Vane furono le suppliche che il governo di Gorizia interpose in favore di alcuni di essi. Nonostante tale editto di espulsione rinnovato dall’arciduca Carlo nel 1565 in qualche maniera alcune famiglie ebraiche riuscirono a rimanere o tornare a Gorizia.
In questo periodo la principale attività per gli ebrei Goriziani, quasi obbligata – dato che questa attività economica era vietata ai cristiani secondo le disposizioni della Chiesa – era il prestito di denaro ad interesse, definito “usura”, anche se l’interesse era poco elevato. Molti ebrei erano quindi titolari di banchi feneratizi (cioè di usura) e la loro gestione presupponeva la stipulazione di una “condotta” decennale con le autorità locali. Nel XVII secolo la documentazione diventa più consistente. Nel 1624 l’Imperatore Ferdinando II concesse il titolo di Hofjuden, ossia ebrei di corte, a Giuseppe Pincherle di Gorizia e ad altri eminenti ebrei di Gradisca e di Trieste nonché ai loro congiunti. Si tratta di un avvenimento di rilievo in quanto tra i privilegi che queste famiglie ebraiche avevano vi era la certezza formale di non poter essere banditi dal territorio imperiale; inoltre potevano circolare senza l’obbligo del segno distintivo e possedere beni immobili. In questo secolo diventano più numerosi anche gli atti notarili, che attestano la presenza di un certo numero di famiglie ebree nelle Contee e al tempo stesso danno testimonianza delle loro condizioni di vita.
Ma la situazione mutò nel XVIII secolo. Già nel 1698 era stato istituito il ghetto di Gorizia nella contrada di San Giovanni composto da undici case tutte di proprietà di cristiani date in affitto ai capi famiglia ebrei. Al suo interno gli ebrei svolgevano alcune attività economiche, in particolare la produzione della seta e della cera e l’attività dei banchi di prestito ed il commercio. Nel 1767 fu vietato agli ebrei di avere banchi di pegni. Non molto tempo prima nel 1753, era stato istituito a Gorizia il primo Monte di Pietà voluto dall’Arcivescovo Carlo Michele d’Attems il quale mise anche il capitale iniziale. Tuttavia dopo la sua morte l’Istituto decadde e fu riaperto solo nel 1790 con un aumento del tasso d’interesse dal 6% all’8%.
Verso la fine del settecento le condizioni per la comunità ebraica migliorarono, l’Imperatore Giuseppe II emanò un rescritto del 16 maggio 1781, diretto alle massime autorità delle province dell’Impero grazie al quale gli ebrei poterono godere di notevoli concessioni quali frequentare le università ed esercitare qualunque mestiere.
Tra il 1797 e il 1813 Gorizia e il litorale furono occupati per tre volte dalle armate francesi. In questo periodo per la prima volta fu concesso agli ebrei di ricoprire cariche pubbliche e fu tolto l’obbligo della residenza coatta nel ghetto.
Con il ritorno degli Asburgo gli editti di tolleranza furono confermati e gli ebrei poterono continuare a non risiedere nel ghetto. Intorno alla metà del XIX secolo gli ebrei dimoranti nell’Impero ottennero l’equiparazione con gli altri cittadini, pur rimanendo esclusi dai pubblici uffici.
Nel 1880 la contrada del ghetto venne intitolata al glottologo goriziano Graziadio Isaia Ascoli, nato nella casa n.1 dell’attuale via, per chiara fama. La comunità ebraica goriziana ha lasciato, infatti, numerosi segni della sua presenza donando alla città personaggi illustri, come il rabbino Isacco Samuele Reggio, il filosofo Carlo Michelstaedter, e la giornalista Carolina Sabbadini Coen Luzzatto, le cui lapide si trovano nel cimitero di Valdirose.
Negli anni della prima guerra mondiale giovani ebrei goriziani e provenienti da altre parti d’Italia dettero la loro vita combattendo in queste zone dove passava la prima linea , collocata proprio intorno al cimitero di Valdirose.
La vitale comunità ebraica fu praticamente cancellata con le deportazioni e lo sterminio nazista nei lager tra il 1943 e il 1944. Nonostante ciò la sinagoga, costruita nel 1756 ed oggi sede del “Museo della Gerusalemme sull’Isonzo”, dedicato alla storia del popolo ebraico e degli ebrei goriziani, e l’antico ghetto, situato lungo la via Ascoli, sono stati nel dopoguerra oggetto di importanti lavori di restauro e rappresentano oggi una delle più importanti mete turistico/culturali della città.
A testimonianza della presenza ebraica a Gorizia resta inoltre l’antichissimo cimitero di Valdirose, oggetto del nostro progetto. Nel cimitero sono presenti circa 900 sepolture, con pregevoli lapidi, la più antica delle quali risale al 1371. Nonostante siano stati restaurati il muro di cinta, la ex camera mortuaria ed alcune tombe di personaggi illustri, attualmente il cimitero si trova in uno stato di forte degrado e molte lapidi risultano poco leggibili, rotte o cadute e rimaste sepolte sotto lo strato superficiale dell’area.
Il Progetto
I successivi interventi di Andrea Morpurgo, Project Manager e Consigliere della FBCEI, e di Renzo Funaro, Vicepresidente della FBCEI, verteranno rispettivamente sulla presentazione del progetto di restauro e valorizzazione del cimitero ebraico di Valdirose e sulle metodologie di intervento del restauro del cimitero che saranno attuate con i più avanzati sistemi tecnici di rilevazione , catalogazione e conservazione.
Le varie fasi del progetto si possono così sinteticamente delineare
Fase propedeutica – Rilievo topografico (in corso di realizzazione)
In assenza di strumenti cartografici informatizzati di partenza risulta necessario prevedere la realizzazione di un rilievo topografico di base tale da consentire una corretta definizione morfologica, orografica e altimetrica dell’area oggetto di studio, nonché della collocazione al suo interno delle lapidi presenti nel sito oggetto di studio e d’intervento.
Il Progetto Infopoint: conoscere il cimitero ebraico di Valdirose
Il progetto prevede la realizzazione, al primo piano dell’ex tempietto riti funebri, di uno spazio espositivo ed informativo (pannelli + supporti informatizzati) riguardante la storia del cimitero ebraico, della sua comunità e dei personaggi di grande fama qui seppelliti. E ulteriori iniziative collaterali.
Il Progetto di restauro, valorizzazione del Cimitero della comunità ebraica di Gorizia
– Stato di fatto
Su un’estensione di mq 4.684 vi è un campo con 400. lapidi. Va tenuto presente che tali numeri sono considerati esistenti sulla metà circa dell’area e (tenuto conto del numero di 692 lapidi registrate nel censimento del 1976) si ipotizzano almeno ulteriori 300 lapidi rotte e cadute al suolo prevedibilmente rimaste seppellite nel terreno sedimentato di natura erbosa.
La Ricerca storica
La ricerca archivistica mira alla raccolta delle fonti indirette che abbiano attinenza con la storia del sito, dalla sua istituzione e/o fondazione fino ai giorni nostri
Concluderà il lavoro una relazione storico-architettonica.
L’Atlante informatizzato con il sistema
Obiettivo di questo tipo di elaborazione è la realizzazione di un atlante informatizzato che prevede l’inserimento delle lapidi rilevate e censite nelle rispettive carte numeriche, collegando quindi i dati alfanumerici, grafici, fotografici, con quelli topografici.
Nova Gorica/Gorizia: Capitale europea della cultura 2025.
L’ultima serie di interventi analizzeranno le prospettive di questo importante progetto transfrontaliero, nel contesto della nomina di Nova Gorica e di Gorizia a città europea della cultura 2025. A parere della Fondazione il progetto potrà costituire un valore aggiunto in quel circolo virtuoso che costituirà uno degli elementi strategici per il benessere del territorio e della popolazione. Per raggiungere tale obiettivo è però necessario implementare la sinergia esistente tra la Fondazione e i vari referenti istituzionali e privati. Sarà inoltre fondamentale anche l’individuazione dei canali di finanziamento europei, oltre che nazionali e regionali pubblici e privati necessari per portare a positiva conclusione il progetto.
Questi argomenti saranno trattati in una prospettiva innovativa rivolta in particolare alle giovani generazioni da Paolo Verri, Manager culturale, già Direttore generale della Fondazione Matera Basilicata 2019, che forte dell’esperienza maturata per il rilancio di Matera dal punto di vista culturale, turistico ed economico si soffermerà soprattutto sui profili socio economici che impattano positivamente su queste iniziative e da Lorenzo De Sabbata, ricercatore ISIG e Coordinatore GO! 2025. Comitato per le iniziative di Nova Gorica/Gorizia capitale europea della cultura 2025.
In conclusione si può evidenziare che il progetto aspira a concretizzarsi nella costruzione di un ponte tra passato e futuro e la Fondazione si fa promotrice di una sinergia tra una molteplicità di componenti istituzionali, private, economiche e culturali fondamentali per la sua riuscita.
Il Comune di Gorizia, quello di Nova Gorica, la Comunità di Trieste, l’Università di Udine, la Beneficientia – Fondazione di scopo caritatevole del Liechtenstein, che sta dando una significativa donazione alla FBCEI per far partire il progetto – e il Comitato GO! 2025 sono le prime Istituzioni e associazioni che hanno aderito a questa stimolante e impegnativa avventura.
Con questi referenti, con i tecnici e gli storici svilupperemo un intenso confronto nel seminario di mercoledì 26 maggio 2021, alle ore 18, su Zoom
di Daniel Della Seta
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