Luca Palamara, a Radio Kiss Kiss: "..tende ad evitare che dall'estero qualcuno possa entrare e possa dettare regole diverse da quelle che sono state date."
Senta Palamara, qui a Napoli monta un dibattito, l'Asl Napoli 1 Centro e poi l'Asl Napoli 2 Nord inviano un informativa alla società sportiva calcio Napoli: "avete un positivo al Covid, tutti i contatti stretti, quindi i compagni di squadra da questo momento sono in isolamento domiciliare fiduciario", poteva andare il Napoli a Torino? O se avesse deciso di andare avrebbe commesso un reato penale?
"Il tema è dibattuto in tutta Italia, non solo a Napoli. E' un tema che può interessare tutte le squadre e quindi tutte le città, perchè purtroppo con l'aumentare dei contagi, è chiaro che casi come quelli accaduti in occasione della partita juventus-napoli torneranno inevitabilmente a verificarsi. Le decisioni ovviamente si rispettano è bene però attendere i pronunciamenti finali. C'è un dato dal quale bisogna partire a mio avviso, ed è il protocollo, che a suo tempo venne fatto per un motivo molto chiaro, finire la stagione, le squadre di calcio fecero un patto: ripartiamo, coinvolgiamo il comitato tecnico scientifico, facciamo il modo che lo "show" vada avanti, anche se poi le società di calcio non saranno in grado di presentarsi con gli effettivi giocatori. Questo fù il patto, c'era una clausola di salvaguardia, ovvero: salvo interventi delle autorità locali, questo crea un problema nel problema. Bisogna prendere atto di una realtà che è in evoluzione, che comunque crea problemi rispetto alla quale, fare un roma-napoli in uno stadio olimpico deserto viceversa al san paolo deserto, tanto vale in un luogo qualunque dove viene prima di tutto tutelata l'incolumità e la salute dei giocatori."
Nella sua lunga attività di magistrato, Dott. Palamara, ha fatto anche delle inchieste sul mondo del calcio, ecco, la sua idea del calcio da un punto di vista giuridico, sia molto arroccato su posizioni vecchie, ci sia sempre un muro che si alzi di fronte alla giustizia ordinaria, oppure a provvedimenti dell'autorità sanitarie locali, tanto per mantenerci sulla discussione juventus-napoli?
"Assolutamente si, è un mondo che si reputa dal punto di vista sportivo come un ordinamento autonomo, che intende dettare le proprie regole, infatti prevede una clausola compromissoria per evitare eventuali ricorsi all'autorità ordinaria. E' un pò un problema storico di rapporti tra ordinamento sportivo e l'ordinamento statale. Anche questo è un teme estremamente delicato, lo sport per andare avanti deve darsi delle regole. Alla domanda che mi è stata fatta, rispondo molto chiaramente, dicendo che il mondo dello sport tende ad auto proteggersi, tende ad evitare che dall'estero qualcuno possa entrare e possa dettare regole diverse da quelle che sono state date, in questa ottica è stato fatto il protocollo, trovare un meccanismo che renda il mondo del calcio, il mondo dello sport "autonomo" rispetto al resto del mondo. Il mondo del calcio è un mondo di forte impatto dal punto di vista economico-finanziario e quindi vive di quello, e come tale quindi, ha un impatto sui bilanci delle società di calcio, se non entrano gli introiti le squadre non possono comprare i giocatori, non vincono gli scudetti, i tifosi protestano e il giocattolo salta in aria, sono tutte dinamiche difficili da contemplare rispetto alle quali però esiste il mondo esterno."
In appello Sandulli potrebbe ribaltare ciò che ha deciso Mastandrea secondo lei?
"Non sono nella testa di Sandulli, sicuramente è un esperto in materia, ha un esperienza storica, il giudice che fece calciopoli, quindi sicuramente saprà valutare tutte le situazione che si creano. Il problema che solleva il Napoli è un problema serio, rispetto al quale bisognerà capire come il giudice d'appello poi potrà ottemperare due opposti principi."
Dottor Palamara, ho seguito sempre con molta attenzione la sua carriera, forte ascesa fino a diventare Presidente dell'Anm e ho seguito tutta la vicenda, fino alla radiazione, devo dire che guardandolo una sera ospite a Tg2 Post, dal direttore San Giuliano, mio grande amico, avrei auspicato di poterla intervistare, perchè ho 2 grandi domande per lei: De Magistris, sindaco di Napoli venne tolta la toga all'inchiesta "Why not", Moggi radiato, in qualche modo lei c'era, a distanza di anni (14) lei viene radiato dall'Anm, e De Magistris e Moggi dicono "non eravamo noi quelli sbagliati", oggi, se si ripresentasse il caso "why not" interverrebbe per dire l'inchiesta rimane a De Magistris o resterebbe fermo come restò fermo?
"Come ho detto in altre circostanze, non ho intenzione di sottrarmi a questa risposta, che, riguarda una domanda molto importante, e sono sicuro di poter meglio chiarire quello che accade nel 2008 e le prese di posizione dell'Anm. Che venne trasferito da Catanzaro a Napoli, subì anche lui un procedimento disciplinare, con esiti diversi dal mio, ma fù una vicenda molto importante. Lo chiarirò sicuramente, ma non in questa occasione. Sono vicende rispetto alle quali ci sono atti e carte che possono parlare, la gestione del potere non è mai facile, e sicuramente questo è tentacolare."
Lei rifarebbe tutto quello che ha fatto Palamara?
"Nella vita si fanno sempre errori, di una cosa sono certo, ammetto degli errori, ma non ho mai barattato la mia funzione con nessuno e ho sempre agito nell'interesse degli altri, non sempre è andato bene, con il senno di poi è facile dire ho sbagliato, ma quello era il sistema dove mi sono trovato ad operare in quel contesto, ho svolto la mia funzione. Gli accordi e le correnti, così come in magistratura, ci sono in tutti gli ambiti, anche nel mondo calcistico."
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