Sono almeno quarantotto le persone che sono state uccise, con altre sessantasette rimaste ferite nell’esplosione di una bomba nel primo pomeriggio di mercoledì 15 agosto, in un centro educativo privato nella zona ovest di Kabul, in un quartiere a maggioranza sciita presa di mira già diverse volte dall'Isis, in Afghanistan, mentre i talebani hanno negato qualsiasi coinvolgimento.
Hashmat Stanikzai, il portavoce della polizia locale ha dichiarato: «La natura dell’esplosione non è ancora nota».
È stato quasi certamente un attacco suicida contro un edificio scolastico, nel quale studiavano decine di ragazzi e ragazze appena diplomati che si preparavano ai test previsti per l'ingresso all'università. Secondo le ricostruzioni della locale polizia l’attentatore si è fatto esplodere infiltrandosi tra gli studenti, mentre gli insegnanti facevano lezione nella Mawoud Academy a Dasht-e-Archi: l'età media degli studenti, ragazze e ragazzi, era di diciotto anni.
Al momento dell'esplosione si ritiene che nella scuola vi fossero un centinaio circa di studenti.
Il presidente Ashraf Ghani, condannando fermamente l'attacco, ha detto che: «I terroristi con questo atto contro un centro educativo dimostrano di essere nemici dell'Islam e degli insegnamenti del Profeta». Quasi in contemporanea a questo sanguinario eccidio, ad un centinaio di chilometri a est della capitale, nella provincia orientale di Laghman sei bambine sono rimaste uccise dalla deflagrazione di un ordigno inesploso.
Intanto, prosegue senza sosta l'offensiva talebana, dopo il rapido e feroce assalto a Ghazni nei giorni scorsi, gli insorti hanno attaccato una base militare nella provincia settentrionale di Baghlan ma furiosi combattimenti sono avvenuti anche in altre province come in quella di Zabul, dove quattrocento talebani sono stati respinti dopo che avevano assaltato un checkpoint nella città di Qalat. Imprecisato il numero delle vittime sul campo. Mentre a Kandahar, i ribelli hanno assaltato le strutture delle locali forze di polizia, uccidendo tredici agenti.
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