«Le nomine annunciate dall’Ad sono un ottimo segnale per la Rai e sono perfettamente in linea con il piano industriale presentato all’Azienda». A decifrare l’ultima operazione portata a termine dall’amministratore delegato, Fabrizio Salini, è il consigliere di viale Mazzini, Giampaolo Rossi, spiegando come si tratti di “scelte basate su professionalità specifiche e competenze riconosciute”. Traducendo la sua decifratura, il numero uno della Rai, dopo aver subito gli assalti dalla componente leghista, in particolare quelli del direttore di Rai Uno, Teresa De Santis, è passato alla controffensiva, varando un pacchetto di nomine tese a rafforzare la sua posizione. Certo, mancano ancora le vice direzioni di Rete, in particolare quelle del primo canale, per la quali dovremo aspettare l’esito delle europee, ma il quadro disegnato da Salini inizia ad essere più chiaro. Anche perché nel pacchetto di nomine spicca la presenza di tre donne ai vertici apicali di funzioni delicate del gruppo di viale Mazzini. Si tratta di Elena Capparelli, attualmente vice direttore della Direzione Rai3, che va alla direzione dell'Area Digital; Monica Caccavelli, attualmente responsabile, nell'ambito della Direzione Affari Legali e Societari, della struttura "Consulenza contrattuale", che passa alla Direzione Acquisti; Simona Martorelli sale al vertice delle Relazioni Internazionali, dov'era già vice direttore.
Le altre nomine riguardano Felice Ventura, che da capo della Direzione Acquisti è chiamato alla Direzione delle Risorse Umane e Organizzazione, al posto di Luciano Flussi, che sembrava dovesse 'allungare' fino al raggiungimento, ormai imminente, del requisito della pensione; Alessandro Zucca, attualmente vice direttore - per la parte non giornalistica - di Rai Sport, va alla direzione delle Infrastrutture Immobiliari e Sedi Locali; Piero Gaffuri, attualmente responsabile, nell’ambito del CFO, della struttura "Bilancio Sociale", passa al Transformation Office, struttura di nuova costituzione e legata alla realizzazione del Piano industriale; Andrea Montanari, ex direttore del Tg1, passa all'Ufficio Studi Rai; Stefano Luppi, diventa direttore delle Relazioni Istituzionali, dov’era vicedirettore con delega ai Rapporti con la Vigilanza Rai, al posto di Fabrizio Ferragni; alla Direzione Comunicazione arriva Marcello Giannotti, che in questa fase svolgeva il ruolo di assistente/consulente per la comunicazione di Salini, subentrando a Giovanni Parapini. Nessun cambio, al contrario delle voci dei giorni scorsi, alla direzione della Produzione Tv: era previsto che vi andasse Massimo Ferrario, indicato in quota Lega, e invece rimane Roberto Cecatto alla guida di un’area che conta quasi 4.000 dipendenti e che rappresenta uno dei punti di forza del gruppo di viale Mazzini. Per la voracità della Lega un bel colpo, simile ad una dieta molto rigida. Una curiosità in questa tornata di nomine è rappresentata dalla provenienza di alcune di queste figure manageriali, ovvero Rainet: Elena Capparelli, esperta di contenuti web, nasce come content manager di questa struttura; Felice Ventura ne ha guidato l'area Legale e Contratti e degli Affari Generali; Piero Gaffuri ne è stato amministratore delegato di Rainet, dove peraltro in quello stesso periodo il presidente era Giampaolo Rossi, oggi componente del cda Rai. Infine ad agitare la giornata il colpo battuto dall’Agcom contro il Tg2 di Gennaro Sangiuliano, vicino alla Lega e a Salvini, messo nel mirino dell’autorità per presunte violazioni della par condicio.
«Noi ci atterremo scrupolosamente come sempre abbiamo fatto alle indicazioni dell’Agcom, anche se ci sembra sorprendente che si discuta il merito dei servizi. Comunque ci adeguiamo», afferma il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano dopo il provvedimento di diffida dell'Autorità Garante per le garanzie nelle comunicazioni nei confronti della sua testata.
di Alberto Milani
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