La Tav? Un enorme spreco di denaro pubblico. Fa da eco a quanto già proferito a più riprese dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli la sofferta relazione tecnica sul rapporto costi/benefici della maxi opera sospesa nell'iperuranio platonico. Il resoconto, firmato da cinque dei sei tecnici incaricati di vagliare se effettivamente ci fossero le condizioni socio economiche e ambientali per favorire l'opera a cavallo tra Italia e Francia, mostra risultati impietosi, ma tuttavia non universalmente accettati. Uno sbilancio di circa 7-8 miliardi (a seconda dei flussi di traffico) che propende per i costi, la versione pubblicata sul sito del Mit e oggetto di forti contestazioni da parte di chi occupa l'altra sponda della trincea. A guidare il team di esperti, scientemente selezionati dal ministro in quota 5Stelle, il consigliere di Toninelli ed economista Marco Ponti. Ancor prima dell'enunciato, è la spaccatura in seno al team da lui guidato a far discutere: infatti il sesto partecipante alla commissione, il "disertore" Pierluigi Coppola, ha infine optato per la scelta di non sottoscrivere il documento, essendo già in partenza favorevole al prosieguo dei lavori. Ad indignare maggiormente gli oppositori della relazione punta di diamante del sin qui fumoso impegno da ministro di Toninelli sono soprattutto le prese di posizione relative all'impatto ambientale della Tav: secondo i tecnici, infatti, lo spostamento delle merci dai tir al treno non comporterebbe significativi benefici e, come se non bastasse, nella tabella dei costi sono stati conteggiati anche i mancati introiti derivanti dalle accise sulla benzina e dai pedaggi autostradali. «Una analisi truffa», ha tuonato il commissario di governo per la Tav Paolo Foietta, per cui i tecnici «hanno attaccato il carro dove voleva il padrone». Pronta la replica di Ponti, che rivendica il suo impegno del tutto gratuito, invitando «a stare zitto» l'emissario governativo. Anche per la sponda francese del comitato pro Tav si tratterebbe di una relazione fortemente di parte che minimizza «i benefici ambientali colossali» derivanti dal quasi annullamento del traffico su gomma. Per i transalpini, quello di Toninelli, è un «ragionamento che pesa almeno quanto il Co2 ». Per quanto riguarda il capitolo delle clausole penali che l'Italia dovrebbe affrontare nel caso in cui l'opera naufragasse definitivamente, secondo il parere dei tecnici, l'importo «non è determinabile in maniera netta, a causa dei molteplici profili evidenziati» e riferiti ai diversi soggetti sovrani che dovrebbero discutere e trovare un accordo sugli importi effettivi e che comunque non supererebbero i 4,2 miliardi di euro. L'ultima parola l'ha piazzata proprio il titolare del Ministero dei Trasporti, Danilo Toninelli, per cui «i numeri dell'analisi costi benefici sulla Tav sono estremamente negativi, impietosi, ora deciderà il governo». Per il ministro tale documento non rappresenta in alcun modo una rappresaglia contro l'Ue o la Francia, quanto «un prezioso elemento di informazione per indicare a tutti gli interlocutori l'opportunità di verificare se esistano impieghi migliori delle risorse che sarebbero destinate al progetto».
Una relazione attesa da mesi, dal primo giorno in cui si è insediato l'esecutivo gialloverde, e duramente contestata dalle forze di opposizione che già ne reclamavano negli scorsi giorni il passaggio in prima battuta in Parlamento. Il candidato alla segreteria del Pd Maurizio Martina accusa i 5 Stelle di «furia ideologica che vi muove non si ferma nemmeno di fronte a questi paradossi assurdi», anche lui contrariato sul conteggio delle accise sul carburante e sui mancati introiti dei pedaggi autostradali nel conteggio dei costi dell'opera. Per il leader di Confindustria Vincenzo Boccia «l'apertura di questi cantieri a regime determina 50mila posti di lavoro. Io l'analisi già l'ho fatta: ho dato un dato, a noi basta». Dura reazione da Forza Italia, l'altro schieramento da sempre a favore della Tav: per Maria Stella Gelmini, capogruppo alla Camera, «l'analisi è una balla spaziale utilizzata a fini politici per fermare la tav. L'avevamo capito e ora ne abbiamo la certezza. A Totò-truffa-Toninelli dell'ambiente non gliene importa un fico secco. Così però si ferma il paese: forza italia non lo permetterà!». Più caustica la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, per cui la relazione costituisce una «buffonata degna solo del Movimento 5 Stelle».
di Alessandro Leproux
Comments