A un certo punto, durante il vertice dell’Anci, con il presidente Antonio Decaro, è sbottato e al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, “disobbediente” rispetto al decreto sicurezza ha chiesto, con la franchezza e una certa ruvidezza da leghista storico: «Ma come fai, proprio tu che sei stato magistrato a non rispettare la legge?». Giacomo Chiappori è qualcosa di più di sindaco della sua città, il Comune ligure Diano Marina, 6000 abitanti, che però si moltiplicano fino a 60.000 e a un milione di presenze d’estate. Chiappori, che è attualmente anche vicepresidente dell’Anci in Liguria, oltre ad essere ex deputato della Lega allora Nord, è stato sempre uno degli uomini più vicini a Umberto Bossi. Uno dei pochi che al “Capo”, così veniva e viene tuttora chiamato nel Carroccio il Senatùr, si poteva anche permettere di dirgli tra lo scherzoso e l’affettuoso: «Umberto, ma vedi di cambiarli ‘sti pantaloni che da vari giorni vai in giro sempre con quelli…». L’attuale vicepresidente dell’Anci ligure, vicino al sottosegretario leghista ai Trasporti Edoardo Rixi, è un elemento di continuità tra la Lega Nord e la Lega nazionale di Matteo Salvini, anche perché fu proprio Chiappori l’uomo che Bossi incaricò per primo con l’allora “Alleanza federalista” di tentare lo sfondamento al Centro-Sud. Oggi difende Salvini a spada tratta sul decreto sicurezza e invita l’Anci e il suo presidente Decaro a “fare il sindacato dei Comuni, cosa che l’Anci è e deve restare, e non politica”.
Sindaco Chiappori, cosa è emerso da questa riunione?
«Noi abbiamo personalmente recepito che Decaro era in difficoltà per certe dichiarazioni di Orlando (sindaco di Palermo ndr) e De Magistris e di altri che avevano detto di non voler applicare la legge di Salvini o comunque l’avevano criticato come il sindaco di Firenze Nardella. Ecco, Decaro si è trovato in difficoltà perché si è visto di fronte 400 sindaci, fra cui anche io, che invece hanno firmato per il decreto perché ci sta bene. Ma abbiamo però detto che l’Anci deve essere il sindacato di tutti. E non può essere strumentalizzata. Per cui a Decaro abbiamo ribadito: quello che hanno dichiarato i sindaci di Palermo e Napoli sono cose sulle quali tu devi intervenire e specificare che sono state fatte a titolo personale e non sono sono il parere dell’Anci. Altrimenti viene politicizzata, cosa che non bisogna fare, perché l’Anci è e deve restare la casa di tutti i sindaci che sono il parafulmine da sempre di manchevolezze o errori fatti da Province, Regioni, dallo Stato».
Quindi avete ribadito a Decaro quello che sottolinea il ministro dell’Interno e vicepremier Salvini e cioè che il 99 per cento dei sindaci è d’accordo con il decreto.
«Certamente. Anche se l’Anci è stata un pò di parte nel passato…»
In che senso?
«Faccio un esempio: io sono presidente della commissione immigrazione per la Liguria e durante le riunioni a volte mi sono sentito quasi un diverso, circondato da quel falso buonismo di sinistra che noi vogliamo cambiare. E Salvini credo che usi il sistema di rompere per costruire il nuovo. E c’è molto da fare, perché sono stati fatti errori macroscopici… L’Italia fece accordi con Gheddafi e poi americani, francesi e inglesi decisero per la guerra».
Bossi e Berlusconi, uno ministro e l’altro premier si batterono inutilmente fino alla fine contro l’attacco alla Libia.
«E invece andò come andò».
Ma cosa risponde alle critiche venute anche dall’ex ministro dell’Interno, il pd, Marco Minniti secondo il quale il decreto sicurezza rischia invece di favorire la clandestinità? Anche se una nota del Viminale ha specificato che non si nega l’assistenza e altri servizi se non si è residenti.
«Io dico che ci vogliono contrappesi come la possibilità di avere un meccanismo più rapido di espulsioni. E comunque io questo problema non lo ho perché sono intervenuto prima, rifiutandomi categoricamente di prendere richiedenti asilo nella mia città. E comunque l’Anci è lì per fare il suo mestiere di sindacato e cioè di recepire i vari problemi e di sottoporli poi al Viminale. Ma parlo di problemi reali e non politicizzati. Quanto al problema dei clandestini, vorrei ricordare che Roberto Maroni, ministro dell’Interno, istituì il reato di clandestinità. Ma glielo bocciarono».
Cosa pensa di questa iniziativa del premier Giuseppe Conte di voler incontrare i sindaci, mentre Salvini replica: “Un caffè non si nega a nessuno, ma il decreto apprezzato dal 99 cento dei sindaci non si tocca”?
«Non mi piace come si sta comportando il signor Conte: prima dice che li va a prendere lui in aereo, poi vuol incontrare i sindaci disobbedienti…Non mi piace questo modo di fare. Conte dica chiaramente cosa intende fare e quale governo vuol rappresentare. Salvini ha ragione».
di Paola Sacchi
Comments