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L’astronauta Luca Parmitano sarà il primo italiano a comandare la Stazione Spaziale Internazionale



Il nostro Luca Parmitano andrà di nuovo nello spazio con la Missione Beyond, la seconda dell’astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea. Ad annunciarlo è stato proprio lui in una conferenza tenutasi presso il centro Esa-Esrin a Frascati, inaugurato esattamente 50 anni fa, il 27 settembre 1968. I suoi compagni di avventura saranno Andrew Morgan della Nasa e Alexander Skvortsov della Roscosmos. I giorni che passerà in orbita saranno circa duecento.

Luca Parmitano, 42 anni esatti compiuti proprio il giorno dell’annuncio, ha rivelato anche il simbolo della missione Beyond ovvero un casco da astronauta con il riflesso della Terra disegnato sulla parte anteriore con tutta l’Europa e l’immagine della Stazione Spaziale stilizzata.


L’astronauta nella seconda parte della sua nuova avventura nel cosmo, durante la quale sono previsti più di 50 esperimenti, ricoprerà anche il ruolo di comandante diventando così il primo italiano a ricoprire questo ruolo a bordo della Ssi.

L’astronauta ha raccontato come a partire da qualcosa che è qui vicino e al tempo stesso lontano ma a portata di vista, è nato il nome di questa sua prossima spedizione.

“Ho seguito questa ispirazione: quello che facciamo sulla Stazione spaziale è per la Terra e per tutti, ma la conoscenza, la tecnologia e la scienza che facciamo lassù è anche il solo modo per capire di cosa abbiamo bisogno, il modo di andare oltre e da qui beyond”. Anche il logo della missione richiama a questa visione, quella di un astronauta che guarda oltre, lontano, oltre il riflesso della Stazione spaziale, verso la Luna e Marte e forse ancora più in là. La prossima volta di Luca nello Spazio servirà anche a preparare il terreno per queste esplorazioni future, cercando di capire in che modo gli esseri umani, con l’aiuto dei robot, potranno proseguire il sogno di conoscere e studiare la superficie lunare e marziana.

“Tornare nello Spazio vuol dire prima di tutto riuscire a trovare qualcosa che mi manca da molto tempo, perché dopo aver vissuto a bordo della stazione per sei mesi, aver sperimentato quelle sensazioni, visto quelle immagini, sentito sul proprio corpo gli effetti è qualcosa di irripetibile e che ti mancherà sempre”, ha raccontato l’astronauta, “Poter rivivere tutto questo con l’esperienza già vissuta è qualcosa che attendo con entusiasmo, anche se io sarò diverso, perché sono un veterano e sono passati sei anni. Sarà un’esperienza completamente diversa”. E lo farà da comandante, un ruolo che Parmitano si appresta a ricoprire con umiltà, continua: “Gli astronauti non possono sapere tutto, avere le risposte a tutti gli eventi. È necessario tenere sempre a mente che c’è sempre qualcuno che ne sa più di te, sia a terra che a bordo. Forse la cosa più importante che posso fare come comandante è quella di rendermi un po’ invisibile e fare in modo che l’equipaggio possa lavorare al meglio delle proprie capacità, creando un’atmosfera in cui tutti possano rendere al meglio e fare in modo che siano i risultati a parlare per me in questo ruolo. Non voglio cercare di essere un protagonista quanto un facilitatore, affinché ognuno sia protagonista invece del proprio lavoro”.

I prossimi mesi saranno piuttosto intensi per lui. Da novembre inizia la fase finale di preparazione del lancio dell’equipaggio, previsto per dicembre. Parmitano dovrà eseguire dunque tutti gli stessi esami e tutte le identiche preparazioni previste per l’equipaggio in partenza a dicembre, quali per esempio l’allenamento a procedure di emergenza, sia per la Soyuz che per la Stazione spaziale, che la permanenza in quarantena a Baikonur nel cosmodromo. Una volta conclusa questa fase, con il lancio dell’equipaggio principale, inizieranno gli ultimi sei mesi di preparazione, quelli che porteranno Parmitano e colleghi ad acquisire le conoscenze specifiche della missione Beyond. Questo significa che da gennaio fino a giugno la preparazione si focalizzerà sia sugli esperimenti che sulle attività di manutenzione che verranno eseguiti una volta a bordo, come le attività extraveicolari o l’arrivo di altri astronavi e navette sulla Stazione spaziale. Arrivati a giugno inizierà poi la fase finale, con gli addestramenti con gli altri membri del suo equipaggio primario.

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