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L'energia sessuale (la rubrica culturale di Michele Lo Foco)


Un mio amico avvocato penalista diceva che se la Rai potesse funzionare ad energia sessuale, risparmierebbe moltissimo sulle bollette.

Era una battuta, ma prendeva spunto da una realtà che non è difficile confermare e che riguarda un po' tutto il settore spettacolo pubblico e privato.

Giocando sulla attrazione femminile, ma anche sul desiderio di protagonismo di molte donne, è nata la consuetudine di spogliare le presentatrici, prima con garbo poi sempre di più, in proporzione diretta con la loro capacità di fare qualcosa. Se la Carrà incantava solo con l’ombelico, ma sapeva ballare e cantare, Belen ci ha fatto intravedere ben di più non sapendo fare altro. Se le Kessler sono divenute le gemelle con le più belle gambe del mondo, sapendo ballare e cantare, la Panicucci ci ha mostrato a tutti i costi le sue, litigando con un vestito che la copriva.

La sessualità più torbida e insinuante è quella delle veline di “Striscia la notizia”, inquadrate da sotto i vestiti, che sono sempre più succinti, in balli sensuali nei quali non c’è bisogno di immaginazione.

Eppure le veline vengono servite a tavola, mentre ceni con la nonna di fianco, senza che l’ambiente si surriscaldi più di tanto.

Lo stesso fa il “Grande fratello Vip” nel quale gonne e pantaloni sono aboliti in un crescendo di familiarità torbida e sudaticcia cui il pubblico si abitua.

Ma Cupido miete le sue vittime ovunque, tra le giornaliste, le presentatrici, le opinioniste, che sono quasi sempre le amanti di qualcuno, le fidanzate di qualcuno, le protette di qualcuno.

Alcune di costoro riescono a mantenersi a galla cambiando amante ad ogni nuovo Consiglio di Amministrazione, quando il potere si rinnova e l’uomo potente bussa alla porta. Perché l’uomo, quando può, approfitta della sua posizione, soprattutto se, giovane o maturo, non ha avuto la fortuna di incrociare donne belle, e magari si è sposato con una signorona per bene che gli ha dato figli ma mai un brivido di emozione.

L’uomo standard è così, e l’uomo standard dello spettacolo è molto così, un concentrato di velleità inespresse che ambiscono a realizzarsi.

E quale preda migliore di una donna narcisista? Per questo il campo si allarga: una volta erano gli show serali, oggi si arriva anche alle previsioni del tempo, oppure ci si inventa uno spazio che non c’era per parlare di qualcosa, o meglio ancora per invitare qualcuno che parli.

Le donne narcisiste, ovviamente, non devono avere mariti fastidiosi, gelosi, famosi, devono essere un po' in crisi e un po' autonome, comunque libere di piacere a qualcuno e di frequentarlo.

Solo le grandi star, quelle che non hanno bisogno di sostegno, o che hanno contratti miliardari e pluriennali, possono permettersi di essere sposate, algide e autorevoli: ma sono poche.

Anche il cinema, in questi anni, ha dato prova di essere un ambientino da film horror, con produttori obesi e sudati che violentano le aspiranti attrici, anche già famosette, e le forze del bene sono dovute intervenire per frenare le pulsioni, soprattutto in America, dove sfiorare una donna è già reato.

In Italia il me-too non ha funzionato un gran chè, troppo ipocrita il nostro paese, troppo latino, caliente, compromesso. Una volta le attrici sposavano il produttore in modo da monopolizzarlo e come diceva Freud rinunciavano a molta felicità per un po' di sicurezza. Oggi sposarsi è meno di moda, ma si può comunque divorziare qualora servisse.

Se parlassero le donne, in Italia, cadrebbe il governo e la Rai verrebbe circondata dall’esercito: no, qui gli scandali vengono soffocati dal benessere o dal timore di non lavorare più, e se una donna è troppo rigida, quello è il suo destino.

Di Michele Lo Foco.

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