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L'esordio di Conte: "Il popolo ha chiesto il cambiamento"

“Se populismo vuol dire dare voce ai bisogni della gente, allora siamo populisti”. “Se antisistema vuol dire rimuovere vecchie incrostazioni del potere, allora queste forze politiche meritano questa qualificazione”.


E’ il passaggio centrale del discorso di Giuseppe Conte - presidente del Consiglio - che parla all’aula Di Palazzo Madama dove oggi si voterà la fiducia. Conte - affiancato dai ministri Luigi Di Maio e Matteo Salvini - parla con chiarezza e sembra archiviare il linguaggio del politichese:  “So di non avere esperienza politica” e sono “consapevole dei mei limiti”, esordisce.


“Sarò l’avvocato difensore di tutto il popolo italiano”, ribadisce Conte che tocca in maniera scrupolosa tutti i temi del contratto del governo per il cambiamento firmato da Cinque stelle e Lega. Dalla flat tax al carcere vero per i grandi evasori, dal contrasto al business dei migranti alla lotta ai privilegi nella politica , dalla lotta alle mafie e alle loro economie (un passaggio che viene interrotto da un lungo applauso e dalla standing ovation dei parlamentari giallo-verdi) alla riforma di Dublino e alla rivisitazione delle sanzioni nei confronti della Russia. E, ancora, sicurezza, legittima difesa e giustizia con la riforma della prescrizione.


“Il popolo ha chiesto il cambiamento”, conclude Conte al termine di un’ora e dieci minuti di intervento interrotto da 30 volte dagli applausi dei parlamentari Lega e Cinque stelle.





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