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L’esperto a convenienza: Ponti boccia la Tav per i grillini ma in uno studio per l’Ue la promuoveva



Si complica la partita sul Tav. Ora balza in primo piano un’analisi riservata della Commissione europea che indica i vantaggi del progetto sia per quanto riguarda il trasporto di merci e passeggeri sia per le importanti ricadute occupazionali. La novità non è questa giacché Bruxelles è sempre stata favorevole alla grande opera. Ma lo studio porta la firma della società milanese di Marco Ponti, la stessa che ha effettuato l’analisi dei costi e dei benefici per conto del ministero dei Trasporti e su cui si è basato il giudizio negativo del ministro Danilo Toninelli.


È evidente che questo documento apre ora uno scenario diverso e mette in imbarazzo i 5Stelle dando invece una mano a Salvini. Come farà ora Di Maio a continuare a contestare l’opera? E come farà Toninelli a spiegare di aver travisato il documento di Ponti?

Il documento rivelato da La7, si basa su dati aggiornati agli ultimi scenari macroeconomici e di trasporto. Con il “corridoio Mediterraneo”, che va da Gibilterra a Budapest, lo studio valuta che al 2030 si possa ottenere un risparmio di tempo del 30% per i passeggeri e del 44% per le merci. Nei prossimi dieci anni, per ogni miliardo investito nel cantiere l'analisi stima la creazione di 15mila posti di lavoro. A questi dati vanno aggiunte le ripercussioni che si avranno sul territorio con l’indotto. Infine, l’analisi mostra il “corridoio” del Mediterraneo, di cui fa parte la Tav, è quello che creerà più posti di lavoro: 153mila al 2030 fra trasporti, turismo e sviluppo di aziende per nuovi mercati nei Paesi interessati (Francia, Italia, Spagna e Portogallo) escludendo chi ha lavorato o chi lavorerà direttamente per la Tav. Si tratta di cifre che si commentano da sole.


Nello studio inoltre vengono sollevate tematiche che fanno parte del DNA grillino come la salvaguardia dell’ambiente. Il Tav contribuirebbe a limitare l'impatto delle emissioni di gas serra. Saranno risparmiate 26 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica tra il 2017 e 2030 nel settore dei trasporti. Pertanto verrebbero centrati gli obiettivi della politica comunitaria di promuovere la crescita, creare posti di lavoro e mitigare gli effetti del cambiamento climatico. “La politica dei trasporti contribuisce a raggiungere questi obiettivi - si legge - e uno dei principali pilastri delle politiche europee è proprio l'implementazione della rete transeuropea di trasporto (TEN-T), con una rete principale da completare entro il 2030 e un livello di rete ulteriore entro il 2050". L’analisi affronta soprattutto il tema occupazionale. Si legge che saranno creati 800.000 posti di lavoro nel 2030 e 7,5 milioni tra il 2017 e il 2030, grazie alla costruzione della rete agli "ampi benefici economici" portati dal miglioramento dei collegamenti. Ci sarà anche un impatto sul Pil con un ulteriore aumento dell'1,6% nel 2030, rispetto a uno scenario in cui si decide di non investire nel progetto.

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