Le dimissioni di Draghi e le elezioni di settembre potrebbero avere un significato rilevante nella storia della cultura italiana: Franceschini potrebbe non essere più ministro ed i suoi scagnozzi potrebbero perdere quel potere assoluto che hanno esercitato fino ad ora.
La principale conseguenza è che potrebbe (uso sempre il condizionale) interrompersi la discesa agli inferi del settore cinematografico, ma non solo:
1) Potrebbe cambiare l’atteggiamento dell’Anica traviata dal sinistrorso Rutelli
2) Potrebbe capovolgersi la situazione di Cinecittà mentre Bettini si diverte in Tailandia e Maccanico prosegue le sue interminabili vacanze.
3) I media e la Corte dei Conti potrebbero accorgersi che per il CSC comprare il cinema Fiamma è un crimine
4) Le commissioni del Mic chiamate a valutare bene solo i film di sinistra e dei potentati potrebbero impallidire.
5) I gruppi esteri potrebbero essere ridimensionati nelle loro attività di accaparramento di fondi nazionali.
6) La Rai potrebbe tornare ad essere una emittente e non un’arma a disposizione di agenti e di dirigenti di sinistra.
7) Le piattaforme estere potrebbero finalmente pagare le tasse e diminuire il loro smisurato potere.
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Potrebbe, riconfermo il condizionale, cambiare tutto se l’attuale Ministro, cui va la totale responsabilità della crisi del cinema nazionale grazie alla peggior legge mai promulgata, fosse tenuto ben lontano dai bottoni di comando del settore e le sue truppe, condivise con la famiglia Letta, fossero mandate in pensione anticipata.
Oggi, immaginando il meglio, decine di produttori indipendenti stanno festeggiando la fine di un incubo che sembrava non finire mai, la liberazione da un assedio compiuto con tale attenzione da non lasciare alcuna via di fuga.
Chi verrà dopo Franceschini? Nessuno lo sa, ed è vero che talvolta al peggio non c’è fine, ma le percentuali sono a favore di una nuova realtà che squarci il cielo plumbeo e riporti un po' di sereno.
Il cinema viene lasciato da Franceschini in coma: lo ha colpito a morte per facilitare alcuni gruppi di potere che hanno messo le mani ovunque.
Veltroni e Franceschini sono i killer del nostro sistema filmico, una volta autorevole e applaudito, oggi miserabile e dimenticato.
Se è ancora in vita, lo dobbiamo alla infinita capacità degli operatori di lavorare in qualunque condizione, alla loro inesauribile passione e alla loro capacità di restare in apnea per anni.
Sono anni, vox clamans in deserto, che invoco una diversa attenzione agli indipendenti, che sono l’unica entità capace di creare prodotti di qualità, sottraendo le scelte editoriali a burocrati che si sono improvvisati tycoon.
Sono anni che dimostro come il tax credit sia veleno per la cinematografia, avendo come risultato una proliferazione di fatture false a fronte di prodotti modesti; sono anni che sottolineo gli enormi danni derivanti dall’estensione del tax credit ai prodotti televisivi, che ha avuto come risultato l’arricchimento di pochi produttori beneficiati da Rai e l’enorme aumento delle contribuzioni statali.
Sono anni che lotto contro la burocrazia statale, che tenta con sistemi borbonici di arginare gli esborsi statali soprattutto a coloro che non sono protetti o non sono potenti.
Anch’io, per i motivi appena detti, festeggio la fine dell’impero del male.
di Michele Lo Foco
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