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L’Osservatorio bastona la Rai: ascolti in calo e walzer di poltrone per leghisti amici di De Santis



D’accordo i dati saranno pure di marzo, ma sono estremamente indicativi di come non funziona la Rai guidata dal vertice giallo verde. Gli ascolti della Tv pubblica sono calati mentre Tg1 e Tg5 si attestano fra i principali audience delle edizioni serali dei principali programmi di informazione. Secondo i dati dell’Osservatorio sulle Comunicazioni, diffusi dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, relativamente al settore televisivo, rispetto a marzo 2018, si riscontra una lieve flessione degli ascolti per la Rai (36%; -0,4 punti percentuali), mentre Mediaset che raggiunge 3,4 milioni di telespettatori, corrispondenti ad una quota del 32,7% (+0,2 punti percentuali). Nello stesso periodo, Comcast ottiene una performance positiva (+0,6 punti percentuali) e si assesta su di una quota di ascolti del 7,2%, così come risultano in crescita gli ascolti di Discovery (+0,2 punti percentuali), mentre La7 del Gruppo Cairo Communication realizza una contrazione (-0,9 punti percentuali). Analizzando l'evoluzione delle audience delle edizioni serali dei principali programmi di informazione (i telegiornali), l'Osservatorio rileva che nel giorno medio, Tg1 e Tg5 risultano i più seguiti (complessivamente con circa 9,6 milioni di ascoltatori nel giorno medio). Al terzo posto si colloca l'edizione serale della testata a carattere locale di Rai 3 (TgR) con una share, pari al 12,1%, in lieve contrazione di 0,2 punti percentuali su base annua. Numeri e cifre che dovrebbero preoccupare fortemente il vertice aziendale. Al quale, invece, interessa più occuparsi di poltrone. Presenti e future. L’Ad della Rai, Fabrizio Salini, ha aperto stamattina la giornata del kick off dei gruppi di lavoro sul Piano Industriale. Riuniti al circolo Rai di Tor di Quinto, i project leader hanno partecipato alla giornata in cui Pietro Gaffuri, direttore del Transformation office, ha spiegato nel dettaglio il modello di funzionamento della trasformazione della Rai in media company. Un incontro fatto di concretezza (già prima di settembre saranno definite le esatte competenze) ma anche di domande, dubbi, interrogativi che sono emersi nel lungo incontro, visto che pochi giorni fa il direttore di Rai Uno, Teresa De Santis ha nominato i suoi vice, mente il piano industriale prevede un ridimensionamento dei direttori dei canali. “Tirate fuori tutti gli scetticismi e pessimismi che avete”, ha detto Salini, “li affronteremo e li chiariremo, questo è sicuro. Ma dobbiamo gettarci su questo piano con entusiasmo, energia. Questo non è il piano di Salini, è il piano della Rai: se la Rai non lo seguirà sarà ridotta a un ruolo marginale tra pochi anni. E questo il servizio pubblico non può e non deve permetterlo".


di Alberto Milani

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