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La Champions passa a Mediaset e in Rai volano stracci: sindacati contro esterni e piano industriale



“La Rai perde la Champions League: con Salvini e Di Maio il canone degli italiani viene speso solo per stipendi milionari a conduttori privilegiati e costose assunzioni esterne di amici e sostenitori politici di Lega e M5s con curricula insignificanti. E' una vergogna”. A sostenerlo, su Twitter, è il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, a proposito dell'ufficializzazione del passaggio della Champions League a Mediaset. Ed è difficile dargli torto. Anche perché la Rai vanta un’intera redazione, bella consistente, dedicata solo sport. La quale, a forza di perdere diritti e manifestazioni, finisce per stare a guardare, mentre la Rai continua a infornare, e spendere, esterni per realizzare programmi dalla dubbia resa.


Nel frattempo anche i sindacati dei lavoratori della Rai, sentiti in commissione di Vigilanza, si scagliano contro il vertice aziendale. Pietro Muratori, coordinatore nazionale della Slc-Cgil, nel corso dell’audizione sul piano industriale della Rai 2019-2021, ha letto un testo unitario siglato anche da Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Ugl-Informazione e Libersind-Conf.Sal. “Riguardo alla governance Rai, anche alla luce di quanto è avvenuto e sta avvenendo relativamente all'individuazione dei vertici aziendali, e più in generale alle nomine, ribadiamo quanto già espresso durante la discussione su una norma di legge che ha definito la governance del servizio pubblico radiotelevisivo. Con l'attuale normativa si configura un’eccessiva ingerenza del Governo nella gestione dell’azienda. Condizione che si identifica con interventi diretti alla nomina dei vertici aziendali, e conseguentemente all’assetto delle varie direzioni che gestiscono Rai Spa. Più volte, nella fase di elaborazione della riforma della Rai, e della definizione di servizio pubblico, i sindacati hanno chiesto che le forze politiche non intervenissero sull'assetto aziendale e sulle scelte di direzione. Più ipotesi sono state prodotte per rendere la Rai autonoma se non dalla politica, almeno dai partiti”.


di Alberto Milani

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