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La De Santis aggrappata a Rai in attesa che passi il cadavere di Conte


Ammettiamolo, il coraggio non le

manca. “'Con questo programma vogliamo proseguire nella linea culturale del sabato sera della Rai. Scelte che non sono nella logica della contro programmazione, ma rappresentano una precisa volontà di andare in un’altra direzione”. Che poi mica si capisce qual è vista la drammatica situazione degli ascolti di Rai Uno e lo stato agonizzante delle conduzioni esterne. Eppure il direttore di Rai Uno, Teresa De Santis, continua a far finta di nulla. Come se il mondo non le stesse crollando addosso. Evidentemente la mancanza di coraggio dell’amministratore delegato, Fabrizio Salini, nel fare le nomine, compreso il cambio a Rai Uno, e la posizione incerta del presidente, Marcello Foa, ormai simile ad un sottomarino, sono la sua forza. La sua ancora di salvezza. E così, in occasione della presentazione di “Una storia da cantare”, nuovo programma del sabato sera della rete ammiraglia, la De Santis è tornata a sfidare tutti, anche il buon senso. “Dopo i successi di Ulisse”, spiega, “abbiamo deciso di costruire un format che narrasse la nostra storia attraverso le canzoni, le poesie di questi grandissimi autori. Il servizio pubblico deve rischiare, deve intrattenere e fare divulgazione perché Rai Uno è' la rete che parla a tutti”. Soprattutto agli amici, vista l’infornata di esterni. Cosa aspettano in Rai per rimuoverla? Che se ne vada Conte - la macchina dicono che sia già in movimento per cambiare premier senza andare a votare - in modo da essere sempre la referente di un governo di centrodestra con l’appoggio esterno di qualcuno magari dello stesso Renzi? Misteri di viale Mazzini. Mistero soprattutto di una politica che a chiacchiere parla di merito ma che nella sostanza pratica quando va bene il promoveatur ut amoveatur. Per quanto riguarda la Rai è stato perso anche il buonsenso.


Alberto Milani

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