E poi si lamentavano di Berlusconi. Il celebre editto Bulgaro, quello contro Biagi e Santoro, al confronto di quanto sta facendo la Lega in Rai, una sorta di pulizia etnica a colpi cancellazioni e rimozioni in barba a tutte le regole, è nulla. Anzi, viene quasi voglia di rimpiangerlo. Almeno, in quel caso, la volontà era manifesta. Nel vicenda Fazio, invece, sono dovuti ricorrere a mezzi a dir poco bizzarri. Per non di peggio. Non si è mai visto, infatti, un direttore di Rete, nel caso in questione la timoniera di Rai Uno, Teresa De Santis, tagliare tre puntate di un programma senza avvisare l’amministratore delegato. Al quale, per statuto, spettano certe decisioni. Dunque il vero obiettivo del Carroccio è Fabrizio Salini, il direttore generale indicato dai 5 Stelle e messo nel mirino dalla Lega, non il compenso di Fazio o il suo programma. L’assalto frontale al conduttore rappresenta il cavallo di Troia dei leghisti per prendersi la Rai. Tanto Matteo Salvini, quanto i suoi fedelissimi, puntano ad avere una tv pubblica completamente asservita al disegno leghista, mettendo in difficoltà i 5 Stelle e chi non la pensa come loro.
Del resto la risposta data ai cronisti dal vicepremier leghista spiega molto, anche se non tutto. «Ora mi occupo anche di palinsesti televisivi?», dice, in modo tagliente, a chi gli chiede un commento sul taglio delle ultime tre puntate di Che Tempo che Fa del lunedì sera, annunciato da Fabio domenica sera in apertura di trasmissione. «Mi dà fastidio che ci sia qualcuno pagato dagli italiani, tra i 3 e i 4 milioni di euro, che faccia una trasmissione politica”, sottolinea in un'intervista a Radio24, “adoro il confronto e la critica, figurarsi se chiedo a tizio di togliere un programma piuttosto che un altro. Mi dà fastidio che una televisione pubblica pagata dagli italiani paghi stipendi da milioni di euro». I soldi sono solo bluff, uno specchietto per le allodole. Il nodo è che Salvini non sopporta, anzi, non tollera, un programma che lo contesta, che mette nel mirino la sua politica. Tutto qua. Molto peggio dell’editto Bulgaro. E la risposta dell’Usigrai, stavolta, va dritta al cuore del problema. «Missione compiuta. La versione del lunedì del programma di Fazio chiude in anticipo. Chi ha eseguito l’ordine di Matteo Salvini e di Marcello Foa? Perché è fin troppo chiaro che la pausa per le elezioni europee è solo una scusa, visto che - nel caso - si sovrappone a 1 sola delle 3 puntate ancora previste. Se è vero che l'Ad Fabrizio Salini non sapeva nulla», sostiene l’esecutivo dell’Usigrai, «è evidente che ci sono ormai 2 aziende: una che risponde agli organigrammi ufficiali, e un’altra parallela che agisce come gruppo autonomo e in coordinamento con ordini che arrivano dall'esterno dell'azienda. È una situazione non più accettabile. Urgente un chiarimento in CdA e in Commissione parlamentare di Vigilanza». Stavolta la situazione non è solo seria, ma grave. La Rai, pagata dal canone, è tutti. Non è solo cosa loro. Dei leghisti. Nel frattempo l’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, ha chiesto al direttore di Rai Uno, Teresa De Santis, e al direttore dei palinsesti Rai, Marcello Ciannamea, una relazione sul motivo per cui quella di stasera , lunedì 13 maggio, sarà l'ultima puntata stagionale del programma di Fabio Fazio 'Che Fuori Tempo Che Fa'. Una richiesta che lascia intendere che Salini fosse all'oscuro di questa decisione. Attendiamo con ansia le risposte.
di Alberto Milani
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