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La De Santis fallisce le manovre in anonimato su RaiUno, contro di lei Striscia, Fnsi e Usigrai



La Rai targata gialloverde ha le stesse caratteristiche del "governo del cambiamento": populista e teso a bloccare la libera informazione. La Rai del governo gialloverde è infestata da manager che, per contrastare le indiscrezioni sulle nomine e sui nuovi nomi per le conduzioni dei programmi, è capace di rinnegare le basi del proprio mestiere. E così da viale Mazzini rispondono alle pressanti domande dei cronisti affidando anonimi comunicati alle agenzie di stampa. La questione Baglioni? I giornalisti chiamano per parlare con la direttrice di RaiUno, Teresa De Santis, e lei si guarda bene dal rispondere, negando chiarimenti che un servizio pubblico (ormai poco pubblico) dovrebbe dare. Si nega, presa da misteriosi incontri con Maria De Filippi e impegnata a difendere la striscia del dopo tg per i suoi amici. E poco dopo ecco che le agenzie battono veline che poco chiariscono. Anzi, alimentano il mistero, visto che i comunicati della Rai ormai non riportano più un nome e cognome, qualcuno che parli prendendosi la responsabilità. Non parlano persone alla Rai, parlano fonti. Veline su veline che si susseguono, in cui la fonte accreditata sarebbe "fonti Rai". Imbarazzante per gli addetti ai lavori, curioso per Striscia la notizia, il tg satirico guidato dal coraggioso timoniere Antonio Ricci, che certo non china la testa davanti al potere né è disposto a farsi abbindolare dalle "fonti" di viale Mazzini.


Nella puntata di questa sera, in onda su Canale 5 alle 20.35, Striscia la notizia torna allora sulla vicenda del presunto conflitto di interessi di Claudio Baglioni a Sanremo: Pinuccio, in particolare, si occupa della risposta della Rai ai servizi del tg satirico. «Attraverso alcune agenzie di stampa la Rai ha emanato un comunicato. Solo che non si capisce chi l'ha emanato, perché si parla di "fonti Rai". E cosa sono?», si domanda giustamente l'inviato. «A me sembra fasullo. Se uno deve dire una cosa mette nome e cognome. Noi ci mettiamo la faccia», continua. E precisa, spiegando cosa è successo: «Abbiamo sentito Marcello Foa, presidente della Rai, che ha detto che al momento non vuole esprimersi sulla questione. Così abbiamo provato a sentire la direttrice di Rai Uno, Teresa De Santis», che però, fa sapere Striscia, non ha risposto. Nel comunicato, sottolinea il tg satirico, si dice che "Baglioni non può avere conflitto di interessi perché la caratura artistica e professionale" è al di sopra di qualsiasi cosa. «Ma è una caratteristica soggettiva», punge Pinuccio. «Le fonti Rai dicono anche che la F&P di Salzano», sottolinea l'inviato, «non gestisce gli artisti, ma per molti di loro gestisce solo i concerti. Ma questi sono il nucleo di interesse degli artisti e quindi qui ci può essere il conflitto». La Rai risponde anche all'ipotesi di conflitto per la figlia della dirigente Rai che lavora per Salzano. «La Rai dice che non ci sono conflitti perché i contratti passano diversi step. Ma questi contratti, anche quello di Baglioni, chi li va a fare? Anche perché Baglioni oltre al Festival fa altre cose in Rai. Noi vorremmo sapere chi gestisce i contratti di queste altre cose». Pinuccio chiude il servizio ricordando alla Rai che «in passato ha affidato la conduzione di Sanremo ad altri cantanti che, proprio per evitare conflitto di interessi, non erano anche direttori artistici. Il che vuol dire che questi cantanti non erano così integerrimi?».


Ma non è tutto. Contro le "fonti Rai" e le manovre di Teresa De Santis, che sta cercando di affidare a tutti i costi la striscia del dopo tg1 a amici esterni all'azienda, si sono scatenati pure la Federazione nazionale della Stampa e l'Usigrai, il sindacato dei lavoratori Rai, che sottolineano in un comunicato stampa in cui, pure loro, ci mettono la faccia, che l'azienda del servizio pubblico "ha professionalità eccellenti in grado di curare quello spazio, a partire, visto che si parla di Rai1, dai colleghi del Tg1". Colleghi che hanno uno stipendio, che sono pagati dalla collettività e che hanno le capacità per una prima serata. Quindi non ha senso pagare giornalisti esterni, neppure iscritti all'albo e al centro di polemiche, per fargli condurre quella striscia. Peccato però che questi professionisti assunti al Tg1 non siano amici dell'ex Manifesto De Santis e forse non vestono così tanto gialloverde.


di Michelle Ranieri

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