Mercoledì 13 febbraio, chissà se la scaramanzia avrà il suo effetto, alle ore 14, la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, presso l'Aula del II piano di Palazzo San Macuto, finalmente sentirà il direttore di Rai uno, Teresa De Santis, reduce dalla non esaltante prova di Sanremo. Al festival il timoniere dell’ammiraglia della tv pubblica si è letteralmente arrampicata sugli specchi offrendo risposte evasive e brandelli di verità. Ma mai i fatti reali. Un pessimo servizio per il servizio pubblico, che dovrebbe essere trasparente come una casa di vetro mentre assomiglia sempre più ad un castello stregato, pervaso da veleni e pozioni magiche per avvelenare i pozzi. Così va il mondo. E visto che non dovrebbe andare affatto cosi, chissà se la politica avrà il coraggio di fare le domande vere, e non quelle di rito, sui rapporti di Baglioni con Salzano, vero dominus del circo canoro, e sulla montagna d’interessi fuori e dentro l'Ariston.
Pagando il canone in bolletta sapere è un diritto sacrosanto e i dirigenti Rai hanno il dovere di raccontare i fatti veri, non il verosimile. Vedremo come andrà a finire. Anche perché non c’è solo il festival nel carnet delle domande, vere, da fare. Ci sono anche le scelte editoriali, a partire da quelle che riguardano l’informazione. Mica un dettaglio da poco, trattandosi di Rai uno. Vedremo se il presidente Barachini, uomo di tv e informazione prestato alla politica, sarà in grado di sollecitare i membri della commissione a fare il loro lavoro. Del resto che la De Santis debba dare risposte chiare lo testimoniano le sue ultime dichiarazioni. «Quando si accende la rete la risposta del pubblico c'è sempre», dice il direttore di Rai 1 sostenendo di esser soddisfatta degli ultimi risultati delle rete, a partire dal nuovo episodio di Montalbano, 'L'altro capo del filo', andato in onda martedì sera che ha ottenuto 11.108.000 telespettatori e il 44,9% di share, mente il suo Festival di Sanremo ha chiuso con uno share del 56,5%. Battuta in casa, insomma. «Montalbano e Sanremo sono due asset strategici della nostra rete», si difende la De Santis, «il primo per la fiction, il secondo per l'intrattenimento. Si tratta di due momenti fortissimi e storicizzati e sono sicura - aggiunge - che un certo effetto traino di Sanremo su Montalbano ci sia stato perché durante il Festival abbiamo fatto una promozione molto efficace delle nuove puntate della serie, cui seguiranno le repliche che vanno sempre fortissime».
Insomma, come intestarsi i meriti di altri. E poi il colpo d’ala, molto politico e poco televisivo, visto che la De Santis è soddisfatta anche per il record raggiunto da 'Porta a Porta' in seconda serata: «Vespa ieri ha superato i 2 milioni di spettatori con il 22,65 di share che ha raggiunto anche punte del 24%. Certo, «dice la direttrice, «c'era una grande attesa dovuta al dopo elezioni in Abruzzo, ma 'Porta a Porta' ha fatto anche altre volte ottimi risultati, arrivando al 18% e più». E quindi dove sta il record? E’ nel momento del bisogno che si ricorre a Vespa, senza fare cenno del copioso compenso come hanno fatto i leader del movimento 5 stelle. «Ritengo che sia fondamentale per la democrazia poter contare su un servizio pubblico di grande qualità, al passo con i tempi e totalmente indipendente dalla politica», sostiene il presidente della Camera, Roberto Fico, a conclusione del messaggio di saluto che ha inviato al congresso della Fnsi a Levico Terme, sottolineando che si tratta di «una riflessione che ho già avuto modo di condividere e che è conseguenza dell'esperienza che ho avuto nella scorsa legislatura come Presidente della Commissione di Vigilanza. In tal senso», rimarca il pentastellato, «va rivista la legge sulla governance Rai affinché si individuino procedure che affranchino l'azienda pubblica da qualsiasi tipo di influenza da parte della politica. Serve smontare un meccanismo perverso che si è radicato negli anni e che crea un condizionamento reciproco fra politica e servizio pubblico». Avvisare la vigilanza. E la De Santis.
di Alberto Milani
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