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La fabbrica dei followers: esplode il mercato nero, giro di miliardi sui social


La popolarità sui social è un must che riguarda sempre più persone. Dai personaggi dello spettacolo e della moda ai politici, dagli intellettuali, ora diventati opinion maker e influencer, agli imprenditori, dai campioni dello sport a uomini delle istituzioni, dai giovanissimi agli ultra cinquantenni. I social media sono diventati il veicolo principale per farsi conoscere e per conoscere il mondo, lo strumento per cercare lavoro, per lanciare un progetto, insomma per farsi strada. La visibilità e quindi il numero dei followers sono diventati essenziali. Al punto che si parla di “industria dei followers” alimentata da persone che pur di aumentare il proprio spettro di visibilità, di “amici” sono disposti a pagare cifre importanti. È fiorito un vero e proprio mercato nero dei followers. Un’inchiesta del New York Times dice che celebrities, sportivi e politici hanno milioni di falsi followers. Il meccanismo è sofisticato e a quanto pare, al momento, difficile da contrastare.



Il confine tra ciò che è vero e ciò che non lo è labile. Il quotidiano Usa fa il caso di un adolescente che come tanti suoi coetanei posta su Facebook I selfie con gli amici e ha un certo numero di follower. La stessa ragazza poi compare su Twitter promuovendo investimenti immobiliari o in monete digitali o ritwitta siti porno. Tutti questi account, scrive il NYT, appartengono a clienti di un’oscura società americana chiamata Devumi che ha incassato milioni di dollari sul mercato globale delle frodi nei social media. Devumi semplicemente vende followers di Twitter e ritwitta celebrities e uomini d’Affari e chiunque voglia aumentare la propria popolarità e visibilità o diventare un influencer sul web. NYT nella sua indagine è partito da una stima di 3,5 milioni di accounts automatici, ciascuno dei quali venduto più volte ed è arrivato alla conclusione che la società ha fornito ai suoi clienti più di 200 milioni di followers su Twitter followers. Secondo un calcolo riportato dal NYT, ben 48 milioni di utenti attivi segnalati da Twitter - circa il 15% - sono account automatici progettati per simulare persone reali, sebbene la società sostenga che il numero è molto più basso.


Il fondatore di Devumi, German Calas, ha negato che la sua società venda followers come pure ha negato di essere a conoscenza di furti di identità social dai soggetti reali. Il Times ha esaminato gli archivi aziendali e giudiziari che dimostrano che Devumi ha più di 200.000 clienti, tra cui star della televisione, atleti professionisti, personaggi dello spettacolo, modelle. Nella maggior parte dei casi, i documenti mostrano, che i clienti di Devumi hanno acquistato i propri followers o direttamente o tramite loro dipendenti, agenti, società di pubbliche relazioni, familiari o amici. Per pochi centesimi ciascuno - a volte anche di meno - Devumi offre follower di Twitter, visualizzazioni su YouTube, riproduzioni su SoundCloud, il sito di hosting musicale e convalide su LinkedIn. È evidente che questo meccanismo trova facile applicazione nel campo della politica per spostare consensi o crearne. Sempre secondo il NYT, tra i clienti di Devumi risultano sia fermi sostenitori di Trump sia fermi oppositori. Non solo. Questa società opera anche all’estero fornendo i suoi servizi a partiti politici e personalità di altri Paesi. D’altronde il web non ha confini e al momento è una prateria incontrollata.

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