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La Lega dà i numeri su Gad Lerner pur di mettere le mani sulla Rai



A volte basterebbe aver voglia d’informarsi, di voler capire, invece di fermarsi agli spot e alle parole d’ordine. Arte, quella dell’imbonitore, nella quale il leader della Lega, Matteo Salvini, è pressoché imbattibile. Per dire. Ricordate il caso Fabio Fazio e la storia del suo mega compenso, che resta tale? Bene tutto finito. Fazio resterà in Rai traslocando solo da Rai Uno a Rai Due, in modo da trasformare l’ammiraglia della tv pubblica sempre più in una rete leghista. Ma visto che Salvini, e con lui tutti i leghisti, per parlare di Rai hanno bisogno di un nemico ora è il momento di Gad Lerner. “Siamo un Paese strano: di fronte alla Rai qualcuno mi propone come il cambiamento il fatto che la settimana prossima torna in tv Gad. A me va benissimo, mi dispiace solo che lo paghino gli italiani”, dice il vicepremier, “Più vanno in televisione”, aggiunge il leader della Lega”, “i Gad Lerner, i Fazio, i Saviano, i Santoro, che fanno filosofia, più gli italiani votano Lega “.


Può darsi. Però è bene che gli italiani sappiano che il giornalista messo nel mirino dal leader del Carroccio è un professionista e le cifre date dalla Lega sul suo compenso sono numeri in libertà. “Il mio compenso assomma a 69mila euro lordi (che quindi diventano la metà), per quattro, cinque mesi di lavoro. Cifre ufficiali che ho il potere di divulgare. Non so se la Rai vorrà dire della nostra minuscola redazione, del cachet della mia coautrice Laura Gnocchi”, dice Gad Lerner in un’intervista a Repubblica. “Capisco”, aggiunge parlando del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, “che nella sua mentalità la caccia debba continuare e lui debba mostrarsi in cerca di una preda, ma stavolta il suo bottino si rivelerà ben magro". La sensazione che prova, spiega Lerrner, è “di meraviglia. Non me l'aspettavo. Salvini non può manifestare stupore per il mio ritorno in Rai perché molto volentieri, solo pochi mesi fa, si è lasciato intervistare a lungo nel mezzo della tendopoli di Rosarno, anche allontanando altre telecamere e altri giornalisti, ed è andato in onda nel mio programma su Rai TRe. Per fortuna”, osserva, “la Rai è di tutti, anche degli italiani che non la pensano come lui. Quanto alle insinuazioni su service esterni e collaboratori, credo che molto facilmente Salvini possa informarsi presso la sede Rai di Milano che immagino conosca bene”. Leggere, informarsi non farebbe male, invece di limitarsi agli spot…


di Alberto Milani

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