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La procura di New York indaga tutte le diocesi del distretto per abusi sessuali



Lo scandalo sessuale scuote la Chiesa. Prima il numero uno del Vaticano, Papa Francesco, accusato dall'ex nunzio degli Stati Uniti, monsignor Carlo Vigano, di aver coperto gli abusi. Una vicenda che è sembrata ai cattolici infervorati più uno scambio di lettere al vetriolo che qualcosa che potesse minare la tranquillità del Pontefice. Ora però le lettere sembrano poca cosa, di fronte allo scossone che arriva da New York. Sappiamo tutti quanto gli Stati Uniti, pur essendo costituzionalmente un Paese laico, tengano alla fede. Sembra che gli americani debbano ricordarlo ogni giorno, perché perfino sui dollari lo Stato ha stampato la scritta "In God we trust", ovvero noi confidiamo in Dio. C'è scritto nelle aule di giustizia, in quelle stesse aule dove un emendamento tutela la libertà di culto e dà importanza al credo degli americani. Ebbene, da quella stessa nazione che confida in Dio ora si leva qualche dubbio sull'operato degli uomini di Dio sulla terra. Sulla rettitudine morale della chiesa, sulle vicende che sono avvenute tra le mura delle parrocchie. La notizia è di portata storica: l'ufficio del procuratore generale di New York ha indagato tutte le diocesi cattoliche della città e ha emesso nei loro confronti mandati di comparizione per chiarire come hanno gestito i casi di abusi sessuali. E le iscrizioni nel registro degli indagati stanno rimbalzando su tutti i media mondiali. Inoltre il procuratore generale, Barbara Underwood, ha istituito una linea diretta per raccogliere le testimonianze dei cittadini. Le citazioni sono state inviate alle sette diocesi e a un'arcidiocesi dello Stato. Insomma, la giustizia terrena vuole fare chiarezza sulla presunta ingiustizia degli uomini di Dio, sulle molestie e le condotte senza morale che potrebbero aver subito bambini e adulti, colpevoli soltanto di credere in un Dio che, sicuramente, è lontano anni luce dai ministri di culto che lo rappresentano.


La procura di New York vuole quindi fare luce sui presunti abusi sessuali commessi da preti cattolici per capire se gli scandali sono stati coperti volutamente. La mossa nello Stato di New York segue la pubblicazione, il mese scorso, di un rapporto di un gran giurì della Pennsylvania in cui si sostiene che oltre 300 preti cattolici in quello Stato abbiano abusato sessualmente di più di mille bambini nell'arco degli ultimi 70 anni. Essa fa parte di un'inchiesta più ampia di stampo civile la cui esistenza è venuta a galla solo oggi. In una nota Barbara Underwood, il procuratore generale di New York, ha spiegato che «il rapporto del gran giurì della Pennsylvania ha gettato luce sugli atti depravati e incredibilmente disgustosi del clero cattolico, aiutati da una cultura della segretezza e di coperture dentro la diocesi». Secondo lei «anche le vittime a New York meritano di essere sentite». L'arcidiocesi di New York ha detto di essere «pronta e impaziente» di lavorare con la procura, ha spiegato un portavoce, secondo cui dal 2002, ha condiviso «tutte le informazioni richieste riguardanti abusi sessuali su minori».

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