Fosse solo un problema di poltrone saremmo nel solco della storia. Nel recinto di Viale Mazzini, da sempre, chi comanda vuole solo i posti in prima fila. Il resto è mancia per tutti gli altri. Ma con la Lega impegnata a cannibalizzare il servizio pubblico, volendolo trasformare nel megafono padano, tutto ciò che sta nel perimetro del sistema radiotelevisivo diventa oggetto di aggressione. E così nel mirino del Carroccio è finita pure l’Agcom, l’Autorità garante per le comunicazioni, la cui missione è quella di controllare il rispetto del pluralismo. Solo che i salviniani il pluralismo lo interpretano a modo loro e quindi i dati dell’Autorità, un organo terzo rispetto agli attori in campo, vengono vissuti come una sorta di lesa maestà. Da qui l’ordine di scuderia di attaccare il garante, in modo tale fare scudo all’operato del tandem di viale Mazzini Foa-Salini, ovvero presidente e amministratore delegato. Non solo. Nei palazzi romani si sussurra che il presidente del consiglio di amministrazione, indicato direttamente da Salvini, avrebbe chiesto al suo mentore politico un vero e proprio fuoco di sbarramento contro l’Agcom. I fatti sembrano confermare la “voce”. E l’assalto al palazzo non è solo per creare una cortina fumogena ma per destrutturare l’Agcom stessa. “E' assurdo che un’Autorità indipendente come Agcom, tra l’altro spaccandosi nelle decisioni, si presti a offrire inutili veline al Pd in vista delle Europee. Non vorrei che la pubblicazione, a colpi di maggioranza, del ranking dei politici in tv servisse a coprire problemi ben più seri, come le presunte ipotesi di danno erariale contenute in un recentissimo esposto alla Procura della Repubblica relativamente ai requisiti curricolari del segretario generale di Agcom”, afferma Massimiliano Capitanio, deputato della Lega e segretario della Vigilanza Rai, commentando i dati del monitoraggio sullo spazio destinato dai tg ai leader. Dal 1 al 31 gennaio, risulta che Matteo Salvini ha avuto il 15.55% del tempo di parola nel Tg1, il 20.54% nel Tg2, il 10.69% nel Tg3, il 14.27% nel Tg5, il 22.24% a Studio Aperto, il 15.5% nel TgLa7. Risultati superiori a quelli del premier Giuseppe Conte, del vicepremier Luigi Di Maio, nonché del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che seguono in classifica. “La visibilità televisiva di Matteo Salvini”, aggiunge l’esponente del Carroccio, “si spiega in poche parole: è quello che si sacrifica politicamente e personalmente più di tutti. Non c’è nessuna occupazione della Rai, come strilla il Pd, perché il trend è lo stesso sulle televisioni di Berlusconi e su La7, che non mi risulta nutrano particolare simpatia per la Lega. E' un bene per il Paese se i tg si occupano di infrastrutture, sicurezza, legittima difesa, autonomia, cantieri aperti, quota 100: sono i fatti concreti che abbiamo promesso in campagna elettorale”. Una difesa d’ufficio come da copione. Alla quale replica duramente l’esponente del Pd, Francesco Verducci. “Mentre procede sistematicamente all'occupazione di Rai, Sky, Mediaset e La7, Salvini vuole occupare pure Agcom? Esponenti della Lega si scagliano contro l’autorità, per zittirla e silenziarla”, afferma il senatore dem, componente della Commissione di vigilanza sulla Rai, “Agcom va ringraziata perché svolge il suo dovere istituzionale, a presidio del pluralismo sancito dalla Costituzione italiana e a garanzia di tutti, anche della Lega. Salvini eviti il bullismo contro l’autorità, perché come ieri era all'opposizione e ad Agcom si appellava un domani ci ritornerà e ad Agcom continuerà ad appellarsi”. Arrivati a questo punto resta solo una speranza: privatizzare la Rai, in modo da togliere il canone. Assurdo pagare per garantire il servizio loro, non nostro.
di Alberto Milani
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