Diceva molti anni fa il grande scrittore inglese Gilbert H. Chesterton: «Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade verranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo la incredibile virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, incredibile universo che ci fissa in volto». Forse oggi qual tempo è giunto, proprio oggi che vedrà imputata a Torino la dottoressa Silvana De Mari, scrittrice di fama e illustre medico, per le sue affermazioni sul mondo Lgbt. Ancora una volta, in questo mondo dove la libertà è una bandiera di troppi colori, utilizzata soltanto quando fa comodo al “politically correct”, qualsiasi voce dissenziente viene silenziata, o almeno si cerca di farla tacere ricorrendo subito alla Legge. Pertanto il pensiero di Roberto Saviano è accettato e conforme, quello di Silvana de Mari, in quanto “differente” no. È la libertà, bellezza! Il disegno del mondo di Orwell è ormai una realtà.
De Mari, dunque, si è ritrovata in un’aula del tribunale di Torino davanti al giudice Melania Eugenia Cafiero, per difendersi dall’accusa di diffamazione continuata e aggravata a mezzo stampa contro la comunità Lgbt che l’ha denunciata a nome del Coordinamento Torino Pride e dal Comune di Torino.
Lo scorso dicembre, il giudice per l’inchiesta preliminare Paola Boemio, aveva respinto la richiesta d’archiviazione avanzata dal pubblico ministero Enrico Arnaldi Di Balme, secondo cui non era individuabile il «destinatario dell’offesa» dal momento che la dottoressa De Mari si era rivolta «a una pluralità indiscriminata di persone». A sostegno di Silvana De Mari sono scesi in campo numerose personalità della cultura tra i quali Carlo Giovanardi, Francesco Agnoli, Luigi Amicone, Roberto Casadei, Roberto Cota, Alessandro Meluzzi, Assuntina Morresi, Eugenia Roccella, Giacomo Vurchio, Peppino Zola, con un appello su “L’Occidentale”, contro gli «atteggiamenti oscurantisti e censori che mirano a cancellare due principi fondamentali della nostra Costituzione democratica e repubblicana, la libertà di pensiero dell'art. 21 e quello contenuto nell'art. 33 che stabilisce che "l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento"». A difesa di Silvana De Mari si è schierato anche il senatore Gaetano Quagliariello, ritenendo che questo di Torino sia «un processo alle opinioni. Questa è la realtà, a fronte della quale appare superfluo anche aggiungere che si tratta delle opinioni di un medico rispetto a questioni di propria competenza», la stessa tesi è stata supportata anche da Mario Giordano su “La Verità”: «E perciò arrivati a questo punto, può apparire quasi normale che un medico finisca davanti a un tribunale per aver detto che i rapporti anali possono causare malattie. E, invece, scusateci, normale non è affatto. Adesso è finita nel mirino delle organizzazioni Lgbt, in particolare il Torino Pride, per aver detto, per l’appunto, che i rapporti anali possono causare malattie». Ovviamente in disaccordo con tutta la comunità Lgbt che ha ritenuto lesive e diffamatorie le affermazioni della scrittrice, in un’intervista a “La Croce” e alla trasmissione radiofonica “La Zanzara”, dove avrebbe equiparato l’omosessualità alla pedofilia, avrebbe definito il rapporto anale tra due persone dello stesso sesso “un atto di violenza fisica correlata al satanismo”, che «la sodomia è antigienica» e porta con sé malattie, che l’omosessualità è contro natura nonché un disturbo da curare, ma soprattutto per aver invocato un «diritto all'omofobia». La dottoressa De Mari ha presentato in sede giudiziale, assistita dai propri legali, una documentata da numerosi referti medici, articolata e scientificamente dettagliata “memoria” dove risponderà specificamente e con chiarezza ad ogni accusa mossale dal sindaco di Torino, Chiara Appendino, dal Circolo Paolo Mieli e dalla comunità arcobaleno. Quindi nella memoria presentata dalla scrittrice le sue dichiarazioni riguardanti i rapporti anali sia eterosessuali sia omosessuali sono state rilasciate con il limpido scopo di riportare verità legate alla biologia umana, dunque fisiche ed infettologiche, oggi troppo spesso taciute o tenute in poca considerazione, e perciò con la volontà di porre in rilievo le patologie (anche gravi) derivate da queste pratiche, e infine favorire così una più corretta informazione scientifica. Inoltre ogni riferimento alla pedofilia era derivato da libri, appelli e pubbliche dichiarazioni di appartenenti alla cultura Lgbt che più volte, in pubblico hanno dichiarato di provare, e ritenere lecita, un’attrazione erotica per i minori. Al medesimo modo i legami con il Satanismo e altre pratiche legate alla magia sessuale, derivano da studi effettuati sulla base della documentazione esistente su un fenomeno oscuro e inquietante troppo spesso liquidato come “sciocchezze” e roba per creduloni. Ricordiamo quanta letteratura sul campo sia esistita e ancora oggi prodotta, se vogliamo partire dal “divin marchese” De Sade sino a “A Rebours” di Joris Karl Huysmans e molto altro scritto anche successivamente, i dubbi su un legame, spesso presente tra un certo occultismo demoniaco e alcune pratiche sessuali violente praticate anche su minori o su persone non consenzienti, resta difficilmente ignorabile.
DPF
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