C'è qualcosa di oscuro nella tragedia di Corinaldo, che potrebbe allargare le responsabilità, se non altro quelle morali, nella morte dei cinque ragazzini tra i 14 e i 16 anni e della madre di uno di loro nella discoteca Lanterna Azzurra, la notte dell'8 dicembre scorso. Quella serata, con la "straordinaria" partecipazione del trapper Sfera Ebbasta, infatti non è stata un'iniziativa esclusiva dei gestori del locale, ma a tutti gli effetti una festa in collaborazione con gli istituti scolastici di Senigallia. Tanto che nei giorni precedenti al maxi evento la locandina con la foto del cantante è stata affissa nelle scuole del territorio interessate dall'evento e l'invito è stato mandato a tutti gli alunni. Poi, quando in quel party i ragazzi invece di perdere la voce hanno perso la vita, il flyer è stato cancellato dalle bacheche Facebook. Qualche genitore ha timidamente cercato di dire che avevano mandato i figli alla serata perché pensavano fosse un ballo scolastico, ma nessuno ha voluto leggere oltre quelle parole, perché la storia era già drammatica così. Non c'era bisogno di aggiungere altro. D'altronde, le indagini degli inquirenti sono partite nel massimo riserbo e tanto c'è da chiarire, dal giallo sui troppi biglietti venduti al perché il minorenne di Ancona abbia spruzzato lo spray al peperoncino che ha scatenato il panico e la calca, con il successivo crollo della balaustra di una delle uscite di emergenza. Ma la domanda della maggior parte dei genitori, stretti attorno al dolore di padri e madri che hanno visto morire così i loro figli, è stata principalmente una: è possibile si mandino dei minorenni in una discoteca per il concerto di uno che inneggia alla droga e al sesso?
Oggi abbiamo la risposta: perché c'era la tranquillità che quella festa era organizzata in collaborazione con la scuola. E figuriamoci se un genitore, prima dell'Immacolata, sapesse chi fosse Sfera Ebbasta. La serata alla Lanterna Azzurra doveva essere il ballo di fine anno di quattro istituti superiori di Senigallia, come è riportato nella locandina di cui Spraynews è entrato in possesso. Un po' come negli Usa, dove il ballo di fine anno è un must, anche in Italia si è diffusa la moda delle feste scolastiche. "Venerdì 7 dicembre 2018 Sfera Ebbasta Rockstar, Lanterna Azzurra in collaborazione con gli istituti scolastici di Senigallia: Panzini, Liceo Scietifico, Itcg Corinaldesi, Liceo classico/Scienze Umane". E I numero di un referente per ogni scuola da chiamare per comprare i biglietti per la serata. È così che la Lanterna Azzurra si è riempita di minorenni, accorsi in massa per ascoltare la performance del trapper che, tra l'altro, quella sera stava facendo una performance a Rimini e non ha rispettato l'orario di arrivo indicato sui biglietti alle 22. Anzi, alla fine non si è proprio presentato, si è fermato per strada, scioccato dalla notizia di quel che era successo verso l’una nella discoteca. In collaborazione con gli istituti scolastici. Scuole che dovrebbero promuovere i valori sociali e che, invece, danno l'ok al ballo di fine anno scolastico con Sfera Ebbasta, che proprio oggi sarebbe stato indagato per istigazione all’uso di sostanze stupefacenti da parte della procura di Pescara.
La notizia è stata pubblicata dal quotidiano Il Centro, secondo cui il fascicolo è stato aperto dopo un esposto arrivato sui tavoli della magistratura da due senatori di Forza Italia, Lucio Malan e Massimo Mallegni. Proprio Malan aveva anticipato alcuni giorni fa l’intenzione di ricorrere a diverse procure: «Sto completando un esposto alle Procure della Repubblica delle città dove si è pubblicamente esibito il signor Gionata Boschetti, che per la sua attività commerciale si fa chiamare Sfera Ebbasta. Chiedo che i magistrati verifichino se nei testi da lui proferiti pubblicamente si configuri, come a me pare, il reato di istigazione all’uso di droghe, previsto fin dal 1990 dall’articolo 82 del testo unico sulle sostanze psicotrope e stupefacenti, e punito con reclusione da uno a sei anni, pena aumentata se ci si rivolge a minori». L'esposto sarebbe stato presentato finora in 18 procure italiane e Pescara ha aperto per prima il fascicolo.
di Rita Cavallaro
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