Credevamo di vivere nel ventunesimo secolo? Un mondo dove la tecnologia ha risolto ogni problema dell’uomo? Forse ci siamo sbagliati.
Difficile credere questo, oggi, quando ancora si muore per mancanza d’organizzazione, come è successo nella serata di martedì sera a Larino, in provincia di Campobasso, dove da poche settimane è stato soppresso il Punto di Primo intervento alla Casa della Salute del Vietri. Questo fatto è forse il reale responsabile, il vero imputato invisibile della morte di un quarantasettenne che ha accusato un improvviso malore, un fortissimo mal di testa, si è accasciato a terra. Prontamente, sua moglie e i suoi i familiari hanno chiamato il 118, mentre l’uomo cercava di non perdere i sensi. Tuttavia l’ambulanza ha subito un fatale ritardo, in quanto, sembrerebbe, impegnata in un altro intervento di emergenza, comunque giunta sul luogo e caricato il paziente ancora cosciente, si è diretta all’ospedale San Timoteo di Termoli dove però, paziente e infermieri si sono trovati di fronte alla Tac “non operativa”. Lo strumento diagnostico, ormai fondamentale in qualsiasi reparto di pronto soccorso per la rapidità ed efficacia della diagnosi, era in manutenzione e quindi non utilizzabile. Nuovamente caricato il malato a bordo, l’ambulanza si è diretta con la sirena all’ospedale di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia. Giunti al nosocomio pugliese però i medici non hanno potuto far altro che accertare la morte cerebrale dell’uomo per un aneurisma cerebrale. L’emorragia si era ormai troppo estesa per poter essere fermata.
Il ministro Giulia Grillo, sconcertata per l’assurda vicenda, rivela che oltre a quello di Termoli, il paziente sarebbe stato trasferito anche in un altro ospedale prima di approdare a quello di Foggia e che quindi ha deciso d’inviare una task-force per investigare su quanto avvenuto: «La task force di esperti del Ministero, coadiuvata dai Nas, resterà in Molise il tempo necessario ad acquisire documenti, atti e ogni elemento utile a fare completa chiarezza rispetto all’accaduto. L’episodio servirà a fare luce sul percorso di cura in ambito neurologico in Molise». Ancora aggiunge Grillo: «Occorre infatti accertare le inefficienze organizzative, le eventuali responsabilità personali degli operatori, ma anche gli eventuali errori causati da cattiva programmazione della politica regionale» e infine assicurando: «Voglio andare rapidamente a fondo su questa vicenda. Non è possibile morire per cattiva organizzazione e sostanziale mancanza di assistenza».
La Tac era dunque in “manutenzione programmata”, un destino beffardo in agguato certamente, ma questo non alleggerisce il dolore della morte di un uomo che avrebbe potuto essere salvato e solleva l’impotenza dei medici che si sono trovati con le mani legate da uno strumento fermo, tecnologicamente inerte. Un’ennesima vittima caduta sotto la falce della malasanità, inaccettabile oggi, quando costruiamo stazioni orbitali e mandiamo droidi su altri pianeti del sistema solare. Invece, ancora nel nostro Paese, si stenta a sostenere le emergenze di un territorio che d’estate supera le trecentomila persone tra residenti e turisti, serviti da un solo presidio ospedaliero, da un unico pronto soccorso (in aggiunta pare carente) e da un sistema di ambulanze che non soltanto non è mai stato potenziato, contrariamente a come era stato annunciato più volte, ma ancora si presenta gravemente insufficiente.
DPF
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