Dichiara in una nota l'ex Deputato di Napoli Amedeo Laboccetta, già componente la Commissione Antimafia nella sedicesima legislatura:
Domani, il Comune di Firenze ricorderà, dopo 18 anni dalla morte, la grande figura del Giudice Gabriele Chelazzi. Circa 3 settimane fa, dalle colonne del Riformista, ho voluto ricordare tanti significativi e drammatici passaggi della sua vita professionale. Mi auguro sinceramente che domani a Firenze qualcuno, nel parlare di Chelazzi, non dimenticherà di far sapere che quel Giudice coraggioso riuscì a individuare le colpe e le responsabilita' politiche di coloro nel 1993, (governo di centrosinistra) revocarono oltre 600 41bis per dare un segnale di alleggerimento alle organizzazioni criminali. Una scelta che all'epoca vide tutte le massime Istituzioni e le forze politiche, di sinistra e di destra, unite e concordi. C'erano il governo Ciampi, il ministro alla (in) giustizia conso e Scalfaro sul Colle, il Ministro degli Interni Mancino. E Napolitano Presidente della Camera. E quel cedimento vergognoso avvenne ad un solo anno dal sacrificio di Falcone e Borsellino e come conseguenza diretta delle stragi mafiose del '93. Fu un grave atto di cedimento e di resa verso la mafia. Chelazzi con le sue inchieste scopri' tutto, e mentre era arrivato alla fine di un difficile percorso perse la vita in una stanzetta della Guardia di Finanza in Roma. Ma prima di morire il Giudice Chelazzi scrisse una lettera drammatica, nella quale denunciava di essere stato nel suo lavoro pesantemente ostacolato da suoi colleghi magistrati nella dura ricerca della verità. Una pesantissima denuncia. Una lettera che resi pubblica, grazie alla collaborazione di un coraggioso e preparato giornalista, Pierangelo Maurizio, e che e' assurdamente ancora secretata agli atti della Commissione Antimafia. Fu appunto in quella sede che riuscii a rintracciarla. La ricopiai integralmente. E da allora mi batto per toglierle il sigillo della segretezza. Ma nessuno finora ha voluto accogliere la mia richiesta. Su Chelazzi, sul suo lavoro, e sulle ultime ore di vita del coraggioso Giudice, bisogna tirar fuori tutta la verità. Domani a Firenze non ci si limiti a bei discorsi. Si vada fino in fondo. Chelazzi lo merita.
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