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"Les Miserables", il miracolo di un titolo


Mi spifferano in un orecchio alcuni perfidi - e informatissimi - amici parigini, da tempo poco in sintonia con le resistibili manie di 'grandeur' del loro giovin presidente, che il titolo del "Tempo" di martedì avrebbe avuto una rilevante eco non solo sulle rive lucenti della Senna, ma anche nei recessi del buio sottosuolo. Dicono che il grande - da 133 anni forzatamente immobile - Victor Hugo si sarebbe improvvisamente acceso di gioiosa sorpresa di fronte alla notizia, diffusa dai 'social', che un giornale straniero avesse bruscamente rinverdito i fasti del suo romanzone più onusto di gloria, dedicando l' icastico appellativo "Les Miserables" a Monsieur Macron e alle sue azzardate (o "vomitevoli"?) sparate anti-italiane. Preso da una inopinata e incontrollabile eccitazione, il vate del romanticismo francese sarebbe  furtivamente - e inspiegabilmente - fuoriuscito per la prima volta dal suo venerato sepolcro per recarsi, pur con qualche affanno, nell' edicola più vicina e compulsare una copia cartacea di quell' imprevedibile quotidiano dei "Les Italiens". Parrebbe proprio (giurano quei miei stessi amici, parigini e pettegoli) che il divo Victor H. se la sia fatta incorniciare e l'abbia riposta con devozione nel suo sempiterno, monumentale, giaciglio di lucido mogano.                                     Starebbe addirittura riflettendo su un "Les Miserables 2.0", ispirato - stavolta - alle avventure e le giravolte di Emmanuel (Macron, naturalmente). Jean Valjean, defraudato del ruolo, sarebbe accecato dalla gelosia e tuonerebbe contro una simile impostura. Ma il maestro, infervorato, non sembrerebbe dargli retta. Quantomai tentato dalla nuova impresa.


di Giovanni Masotti

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