Gentile dott. Palamara,
sono i suoi colleghi (fino a sentenza irrevocabile nei suoi confronti lei è ancora appartenente all'Ordine giudiziario) che le scrivono, in nome di quel culto della Verità e della Giustizia che lei ha dichiarato di nutrire anche nel momento della dismissione della toga.
Si è professato vittima di un sistema i cui meccanismi ha imparato ad utilizzare non meno di altri che l'hanno preceduta, e di altri ancora, che sono rimasti ben ancorati ai medesimi ingranaggi.
La Magistratura italiana soffre una crisi che sarebbe riduttivo definire di sola immagine.
E’ una crisi che investe il tessuto connettivo valoriale della categoria, che stenta a farsi riconoscere nella società civile come garante della libertà e dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla Legge.
Le riforme legislative che hanno investito l’ordinamento giudiziario hanno certamente contribuito alla formazione dell’humus sul quale è germogliato il seme della disgregazione etica, ma sono i comportamenti dei singoli quelli che hanno dato corpo ad un sistema di disuguaglianze interne che scredita l'intero Ordine Giudiziario al cospetto della società civile, privandolo della credibilità che è necessaria premessa del pieno, libero e incondizionato esercizio della Giurisdizione.
Ciò che le chiediamo è, dunque, di dare il suo contributo a prevenire qualunque tentativo di insabbiamento che possa essere messo in atto dalle correnti generatrici di questo “sistema”, e che rischia di farla diventare il suo unico capro espiatorio.
Glielo chiediamo perché crediamo fortemente nella indissolubile correlazione tra libero esercizio della giurisdizione e tutela dei valori democratici della società civile, e lo chiediamo a lei, che ha conosciuto da protagonista gli oscuri ingranaggi del correntismo e delle relazioni pericolose con la politica.
Ciò che le chiediamo è di mettere a disposizione dell'intera Magistratura italiana, per il tramite dell'Associazione Nazionale Magistrati, la trascrizione integrale della messaggistica da lei intrattenuta con i colleghi investiti di incarichi nell’autogoverno e nella rappresentanza sindacale, e con coloro che semplicemente vi aspiravano, ovvero hanno, in qualunque modo, suo tramite, interferito, nel proprio o nell'altrui interesse, sui meccanismi di selezione e di nomina della Dirigenza, del Massimario, della Cassazione, degli incarichi ministeriali.
Ove mai si trattasse di corrispondenza non acquisita agli atti dei procedimenti che la riguardano, lei è l'unico soggetto legittimato alla loro condivisione.
Il nostro interesse ad acquisire generalizzata conoscenza di tale materiale è, all’evidenza, il desiderio di profonda rigenerazione etica della categoria, nella speranza che l'emersione delle storture applicative dell’attuale assetto normativo consenta di dare corpo a concreti interventi di riforma.
Dal canto suo, la condivisione di tali corrispondenze, oltre che scongiurare pericolose strumentalizzazioni future, rappresenterebbe, a nostro avviso, la più efficace dimostrazione della sua presa di distanze da un sistema che non ha certo inventato lei.
Fiduciosi dell’attenzione che il nostro appello vuole suscitare.
1. Maria ANGIONI (Tribunale Sassari)
2. Corrado ASCOLI (Tribunale Ancona)
3. Milena BALSAMO (Corte di Cassazione)
4. Elvira BELLANTONI (Tribunale Vallo della Lucania)
5. Francesco BRETONE (Procura Generale Bari)
6. Cristina CARUNCHIO (Procura Vicenza)
7. Natalia CECCARELLI (Corte Appello Napoli)
8. Donato D’AURIA (Tribunale Pisa)
9. Gabriele DI MAIO (Corte Appello Salerno)
10. Stefania DI RIENZO (Corte Appello Bologna)
11. Giovanni FAVI (Tribunale Torre Annunziata)
12. Clementina FORLEO (Tribunale Roma)
13. Massimo GALLI (Tribunale Treviso)
14. Giovanni GENOVESE (Tribunale Vicenza)
15. Consiglia INVITTO (Corte Appello Lecce)
16. Paolo ITRI (Procura Napoli)
17. Ambrogio MARRONE (Tribunale Bari)
18. Giorgio MILILLO (Procura Udine)
19. Andrea MIRENDA (Uff. Sorveglianza Verona)
20. Ester NOCERA (Procura Firenze)
21. Andrea LAURINO (Procura Ancona)
22. Salvatore PALMERI (Tribunale Siracusa)
23. Andrea REALE (Tribunale Ragusa)
24. Stefano SERNIA (Tribunale Lecce)
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