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Lino Lomi (Ad. Enegreen): “A Giorgia Meloni chiedo d’aprire un tavolo per poter discutere"


Enegreen e Marval sono amministrate rispettivamente dagli A.D. Dr Lino Lomi e dalla Signora Giusy Bianchi. Il Management del Gruppo è composto da un Direttore Generale e da 4 Direttori di Settore. Proprio Lino Lomi ci parla di futuro energico e proposte al Governo Meloni.


Cos’è il CNE e cosa fate?

«Il CNE, Comitato Nazionale Energia, è una associazione tra aziende, progettisti e società di servizi che operano nell’ambito della transizione energetica, della green economy, dell’efficienza energetica che lavorano per supportare le forze parlamentari e i media a comprendere le dinamiche del mercato al fine di supportare provvedimenti che nella sostenibilità dei conti dello stato, aiutino lo sviluppo economico e del settore. CNE rappresenta oltre 1,5 miliardi di Euro di produzione, con 5.000 addetti diretti ed oltre 30.000 indiretti.»


Con che tipo di aziende lavorate?

«Operiamo in tutta la filiera: dalla progettazione degli interventi, all’approvvigionamento delle materie prime, alla realizzazione delle opere, ai servizi di controllo documentale, ai servizi di controllo ispettivo nei cantieri, ai servizi fiscali, alla mediazione creditizia dei crediti, ai finanziamenti.»


Cos’è il Super Ecobonus e perché lo sostenete?

«Nato con i migliori auspici come provvedimento virtuoso, a sostegno dell’economia, della transizione ed efficientamento energetico, del miglioramento sismico e del miglioramento del parco immobiliare, essendo la filiera edile un volano non solo per l’edilizia ma anche per l’industria, per le professioni, per il settore bancario, ha avuto un enorme successo, forse sul piano economico il maggior mai registrato tra i provvedimenti a parte la ricostruzione del dopoguerra. Purtroppo il provvedimento costruito in emergenza, ha attirato, oltre che l’interesse del 99,5% di aziende oneste anche l’attenzione dello 0,5% di operatori privo di scrupoli, che a seguito dei mancati controlli sul bonus facciate e sulla tracciabilità dei crediti ha posto in essere truffe, poi arginate dai successivi provvedimenti, anche questi purtroppo pasticciati (16 di carattere tecnico e 12 di carattere fiscale), 28 provvedimenti in due anni con 3 Governi diversi! Solo ritengo, l’abilità e lo spirito e capacità di adattamento degli imprenditori italiani abbia ridotto i danni.»


Dove volete arrivate con le vostre scelte?

«Prima dobbiamo risolvere due problemi enormi: le aziende si trovano con i conti in rosso e i cassetti fiscali pieni e rischiano di fallire per mancanza di liquidità: serve un provvedimento immediato che risolva il problema estendendo la capacità fiscale delle banche, noi sosteniamo la proposta ABI, aprire al privato una quota percentuale della sua compensazione fiscale. Poi risolvere il problema dei sequestri, limitandolo ai casi di inesistenza dei cantieri. Risolta questa emergenza, ragionare su un riordino degli incentivi in ottica di sostenibilità dei conti per lo stato. Noi operatori non abbiamo alcun interesse a proposte non sostenibili. Vogliamo aiutare e dare il nostro contributo insieme alle altre associazioni per una progettualità che abbia il presupposto di un conteggio tra costi e benefici, su numeri non contestabili o di parte.»


Cosa chiedete al nuovo Governo?

«Risolta l’emergenza con dei provvedimenti immediati nella finanziaria che assolvano l’emergenza indicata, aprire un tavolo di discussione in cui poter sedersi tutti insieme.»


Si sono già avviati rapporti con la squadra governativa?

« Abbiamo un responsabile ai rapporti istituzionali che sta ben operando parlando con tutto l’arco parlamentare e con le altre associazioni datoriali e della proprietà immobiliare, vi è sensibilità ed attenzione, comprendiamo bene le problematiche da affrontare: il caro bollette, e tutte le necessità di far quadrare i conti, ma all’interno dei saldi, bisogna saper anche affrontare il tema della pianificazione industriale almeno fino al 2030, dei relativi obiettivi europei sulla transizione energetica e per limitare i cambiamenti climatici, se vogliamo che il nostro paese abbia un futuro. Armonizzando e riordinando in una ottica d’interesse comune gli incentivi.»


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