E in Rai, come sempre, stanno già a guardare. Soprattutto per capire da che parte andare. Perché a Viale Mazzini il gioco del riposizionamento politico, ogni qualvolta ci sono tensioni e fibrillazioni legate al futuro del governo, è quello preferito da tutti. Possibilmente cercando di anticipare i tempi. Stavolta però le mosse non sono cosi scontate, visto l’evoluzione della crisi e il completo controllo dell’azienda da parte della Lega. La quale, ovviamente, vorrà usare il servizio pubblico a suo piacimento. In questo senso non ha affatto torto il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, che in un post su Facebook centra il cuore del problema, avvertendo come “Matteo Salvini non può andare nelle trasmissioni di approfondimento giornalistico con magliette o altri indumenti che riportino l'indicazione di voto, è vietato dalla legge”. Del resto se la campagna elettorale è già iniziata e ogni mezzo, lecito o no, diventa sfruttabile. Anzaldi, però, ha scritto all’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini “affinché si attivi per sanzionare i responsabili di ciò che è successo a Speciale Tg1, con il leader della Lega che mostrava una maglietta Lega Salvini premier, e ad attivarsi affinché episodi del genere non si ripetano”. Giusto intervento, sacrosanto, difficile però vedere effetti nel breve termine. Anche Salini è in campagna elettorale. Per questo dovrà stare attento a come si muove. Con i 5 Stelle in caduta libera la Lega rischia di avere la strada spianata. Per questo Anzaldi ha scritto anche “una lettera al presidente dell’Agcom affinché l'Authority verifichi se non siano stati commessi abusi e valuti l'immediata entrata in vigore della Par condicio, visto che siamo già di fatto in campagna elettorale e certi episodi vanno sanzionati duramente con le regole specifiche previste dalla normativa elettorale”. Il deputato dem, poi, nel post ricorda che "solo poche settimane fa proprio una trasmissione di Rai Uno aveva vietato a Pino Schirripa, docente di Antropologia alla Sapienza di Roma, di presentarsi in video con una maglietta pro Ong. Ammesso che essere pro Ong abbia un significato prettamente politico, perché allora al ministro dell'Interno è stato riservato un diverso trattamento? Perché non è stato vietato anche a lui di presentarsi in collegamento con una maglietta che riportava una chiara indicazione politica?”. Misteri di Rai Uno, anzi no. Potere di Rai Uno, in mano alla Lega, che può contare sul direttore di Rete, Teresa De Santis, anche lei già in campagna elettorale, evidentemente…
di Alberto Milani
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