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Lucano va in Università, studenti antifascisti contro i neofascisti: il clima, nel Paese, è pessimo



C’è anche lo schiaffo, che non è quello rifilato dal Papa all’Imperatore ad Anagni, ma quello di un giovane ragazzo di sinistra schiaffeggiato da un militante di Forza Nuova all’ingresso della Biblioteca Nazionale di Castro Pretorio, a Roma. Il giovane, che era appena uscito dalla Biblioteca, viene colpito in pieno volto dopo un duro scontro verbale. I due vengono separati, poi, dalle forze dell’ordine. I militanti di Forza Nuova si erano radunati davanti alla Biblioteca Nazionale per muovere in direzione dell’Università Sapienza, ma la manifestazione non era mai stata autorizzata dalla Questura. L’obiettivo, comunque, era chiaro: protestare contro la presenza del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, che – accolto e ‘scortato’ da professori e studenti – dentro la Sapienza ha tenuto una conferenza. Sono tornati i tempi, a volte tragici, della contrapposizione tra fascisti e antifascisti? Sembrerebbe proprio di sì.


Le continue esternazioni di Salvini – e quelle contrapposte di Di Maio – sul 25 aprile avevano già incendiato gli animi. Poi, è scoppiato il caso del Salone del Libro di Torino: la presenza di uno stand della casa editrice Altofonte, vicina a CasaPound, e del suo editore, Francesco Polacchi (noto alle cronache, come alle forze dell’ordine, per essere un picchiatore fascista) avrebbe dovuto fare pubblicità al nuovo libro di Matteo Salvini (“Io sono Matteo Salvini, intervista allo specchio”), scritto dalla giornalista Chiara Giannini e con prefazione di Maurizio Belpietro, ha causato una marea di fulminanti polemiche tra autori di sinistra che si ritiravano dagli stand in massa e dimissioni, post quem, del direttore del Salone del Libro, lo scrittore Nicola Lagioia. Ieri, infine, due fatti hanno causato l’ennesimo innesco a una bomba che era già pronta per brillare, quella della contrapposizione, appunto, tra fascisti e antifascisti.


Da un lato la polemica sulla scelta dell’elemosiniere del Papa, monsignor Krajweski, che ha rotto i sigilli al contatore di uno stabile occupato a Roma, in via Santa Croce in Gerusalemme, per riattaccare l’elettricità, tirandosi dietro le accuse – furenti – di Salvini e di tutta la destra. Dall’altro, appunto, la presenza di Lucano all’Università La Sapienza di Roma per intervenire a un seminario sul tema dell’accoglienza e dei migranti. Già solo l’annuncio dell’iniziativa aveva scatenato le polemiche e la relativa ‘ordalìa’ della destra neofascista (Forza Nuova in testa), ieri è stato il giorno dell’evento, con tanto di rissa, solo sfiorata.

Il sindaco di Riace è stato accolto da un lungo applauso e dal coro “Siamo tutti Mimmo Lucano” del presidio degli studenti antifascisti che si erano dati appuntamento lì. L’aula Uno della Facoltà di Lettere della Sapienza è stracolma. Un migliaio di studenti erano già nella sala, che normalmente ne ospita quattrocento, da ore. Centinaia gli altri studenti rimasti fuori dalla sala, protetta da un cordone di polizia. Lui, Lucano, arriva e, accolto come una star, parla di “un’emozione indescrivibile, mi sento uno di voi. Sono emozionato. Sono rimasto quello che ha seguito un sogno di umanità e democrazia. Il sogno continuerà fino alla fine” dice, riferendosi all’esperienza di Riace dove gli extracomunitari vivevano integrati nel tessuto cittadino, ma esperienza che poi gli ha causato un avviso di garanzia.

“Il ministro dell’Interno è uno degli autori che ha creato in Italia questo clima di odio e divisione” dice l’ex sindaco – ormai - di Riace, parlando agli studenti radunati in piazzale Aldo Moro. “Siamo l’onda rossa che contrasta l’onda nera che sta oscurando anche i nostri orizzonti”, ha aggiunto.


Intanto, si vedono e si sentono gli striscioni e i canti contro “il fascismo che non è una opinione, ma un reato” davanti alla facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza di Roma. “Non possiamo permettere che i fascisti entrino nel nostro ateneo” arringa una vera folla di studenti una studentessa. Lucano - accolto dagli studenti che cantavano Bella Ciao e dal coro “Siamo tutti Mimmo Lucano” - dice ancora che “Vogliamo riuscire a trasmettere altri messaggi per costruire una società più umana, di uguaglianza, libertà e democrazia, dove il popolo conta.”. “Chi vuole contrastare questa manifestazione dice che sono un sindaco che vuole riempire i borghi calabresi con coloni africani - spiega Lucano riferendosi al corteo di Forza Nuova - Una sorta di sostituzione etnica, ma non conoscono la realtà dei borghi calabresi, ormai spenti. Gli immigrati non hanno occupato alcuno spazio degli italiani, ma anzi gli immigrati hanno dato anche agli italiani la possibilità di cercare riscatto”.

“Tutti possiamo sbagliare, ma dobbiamo assumerci le responsabilità e, a testa alta, affrontare i processi senza trovare escamotage - spiega il sindaco ‘sospeso’ di Riace - Di fronte alla legge siamo tutti uguali. Non dobbiamo trovare escamotage e poi fare i forti con i deboli”.


Parlando del “modello Riace”, Lucano spiega che “Non c’è stata premeditazione sulla nostra accoglienza, ma è stata un'idea spontanea. Esisteva solo la spontaneità, giorno dopo giorno, e l’idea di ripopolare i luoghi, che portavamo avanti senza nessun contributo economico. Senza un euro. Le persone del luogo hanno cominciato a pensare che c’era una possibilità, una speranza, perché arrivava nuova gente e non importava da dove venisse e di quale religione fosse”. E’ stato dunque ‘scortato’ da centinaia di persone il sindaco ‘sospeso’ di Riace e accompagnato nell’aula 1 della facoltà di Lettere. “Volevano impedirgli di parlare, ora lo stiamo accompagnando dentro l’aula dove i fascisti di Forza nuova non volevano farlo arrivare”, dice una ragazza al megafono. “A ogni convegno di Lucano verremo in massa” dicono gli studenti, presenti con bandiere della Pace e stendardi tra cui spiccano le frasi: “Sta’ rottura de cojoni de’ fascisti” e “La libertà di opinione inizia dove non ci sono i fascisti”. Poi i giovani attraversano la cittadella universitaria al coro: “Siamo tutti antifascisti” cantando varie canzoni partigiane.


Bandiere dei “No Tav” al vento e fumogeni rossi si sono alternate ai canti. “I fasci ci menano e noi gli rispondiamo con la cultura” dicono i ragazzi in marcia nella cittadella universitaria cantando Bella Ciao. Non mancano le proteste rivolte al Rettore, reo, secondo alcuni, di non essersi espresso duramente contro Forza Nuova: “Facciamogli sentire che se lui non ha il coraggio ci saranno gli studenti che con coraggio si opporranno al fascismo”. “Forza Nuova è appena scesa dalla metro Castro Pretorio, a questi 20 coglioni vogliamo dire ‘venite qui, vi aspettiamo’. Non abbiamo paura” dicono altri. “I fascisti qui la parola non la prenderanno mai” fa uno studente aggiungendo: “al Rettore non frega niente, solo l’ordine pubblico. Siamo qui in tanti e determinati. Vediamo se hanno il coraggio di venire”. La Polizia, per evitare disordini, blocca i militanti di Forza Nuova che, guidati dal loro leader, Roberto Fiore, espongono lo striscione: “Mimmo Lucano nemico dell’Italia” in piazza Confienza, a centinaia di metri dalla città universitaria. Sono circa 50 persone, tra cui una decina di donne, con fumogeni, bandiere nere e il simbolo di FN: intonano cori contro Lucano colpevole, secondo loro, “di una immigrazione incontrollata che sta uccidendo l’Italia”. Il corteo di Forza Nuova è poi terminato davanti alla biblioteca Nazionale. I circa 50 militanti, seguiti dalla polizia, hanno lasciato piazza Confienza e sono ripartiti per tornare a casa, ma senza passare da piazzale Aldo Moro.

La contrapposizione tra fascisti e antifascisti è solo iniziata. Salvini li becca e li insulta a ogni comizio e loro a ogni suo comizio si presentano. Il clima politico, in Italia, è pessimo, ma chi semina vento non può che raccogliere solo tempesta.


di Ettore Maria Colombo

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